Sarà uno sciopero dei trasporti ridotto, quello previsto per domani.
Quattro ore di agitazione, anziché otto.
L’astensione dal lavoro degli addetti ai servizi pubblici di bus, metropolitane e treni, dunque, sarà effettiva dalle 9 alle 13, con possibile ricadute, anche nelle ore successive, alla circolazione dei treni a lunga percorrenza.
E’ l’effetto dell’ordinanza di “semi-precettazione” da parte del Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, che ha dichiarato: “Milioni di italiani non possono rimanere a piedi a dieci giorni dal Natale”.
Sul fronte del trasporto locale, del resto, Salvini è arrivato alla firma, con i sindacati di categoria, di una pre-intesa sul rinnovo del contratto.
A sgomberare molte delle nubi sulla conflittualità sindacale degli ultimi mesi è la futura sottoscrizione di un accordo che inciderà su oltre 110mila operatori del settore: “A breve”, ha aggiunto Salvini, “sarà convocato un tavolo per la firma definitiva al Ministero dei Trasporti”.
Anche i sindacati sembrano soddisfatti, definendolo “un sostanziale passo in avanti”. Senza, però, far passare troppo tempo dalle parole ai fatti, avvertono i leader sindacali.
Per niente soddisfatti, viceversa, i vertici del sindacato autonomo Usb (Unione sindacale di base), che hanno contestato la decisione di Salvini e confermato lo sciopero dei propri iscritti per tutta la giornata di domani, giudicando “illegittima” l’ordinanza del ministro.
Da registrare, inoltre, un inasprimento dei rapporti con il settore NCC: tra oggi e domani, in 12 città italiane, molti imprenditori del settore Noleggio Con Conducente incroceranno le braccia contro le nuove normative che – secondo la MuoverSì, la federazione che riunisce le associazioni di NCC – colpiscono utenti e operatori, puntando al fallimento di migliaia di aziende.