Alta adesione di lavoratrici e lavoratori – circa il 90% – allo sciopero di 8 ore di oggi con presidio nello stabilimento di Camposanto di CPC Group che ha stabilimenti anche a Modena e Bomporto e conta circa 950 lavoratori, di cui 300 nello stabilimento di Camposanto.

La CPC lavora da oltre 30 anni nel settore automotive ed ha altissime tecnologie per la progettazione, realizzazione ed assemblaggio di prodotti in alluminio ed in carbonio per grandi marchi dell’automotive mondiale fra quelli di lusso ed extra lusso.

È una delle poche aziende del settore automotive a non avere ancora un contratto di secondo livello che valorizzi le proprie lavoratrici e i propri lavoratori, è un’azienda che investe abbastanza sulle strutture e sullo sviluppo dell’azienda, ma non sulla valorizzazione dei propri dipendenti.

Sono oltre due anni che la Rsu, insieme a Fim Cisl e Fiom Cgil, chiedono di sedersi al tavolo e costruire insieme una proposta di contratto aziendale, solo negli ultimi mesi c’è stata un’apertura su questo aspetto, ma non sulla richiesta di un riconoscimento una tantum a copertura almeno degli ultimi due anni.

O meglio, l’azienda ha risposto alla richiesta sindacale con una proposta di €200 in welfare, ma è la stessa cifra che l’azienda stessa unilateralmente ha sempre dato ai propri dipendenti in concomitanza delle festività natalizie, per cui questa proposta è stata ritenuta dalle assemblee, dai lavoratori, dalla Rsu, non solo insufficiente, ma addirittura provocatoria rispetto ad una richiesta sindacale ben diversa.

Rsu, Fim e Fiom hanno dato un primo segnale di 4 ore di sciopero il 17 di ottobre e oggi sono di nuovo in presidio davanti allo stabilimento di Camposanto, anche per riuscire nel tempo a coinvolgere i colleghi dello stabilimento di Bomporto e della sede centrale di Modena in una battaglia comune per ottenere la contrattazione di secondo livello.