Due dei quattro agenti della Polizia Locale di Sassuolo, uno di loro di Reggio Emilia, l’altro di Scandiano) indagati per tortura hanno chiesto tramite i loro legali la revoca della sospensione dal servizio. L’appello è stato richiesto martedì scorso al Tribunale delle Libertà di Bologna e ad ora non è stata fissata l’udienza. Nessuna richiesta invece è arrivata da parte dei legali degli altri due indagati, gli assistenti. Un elemento nuovo arriva dalla richiesta del Pubblico Ministero di ricevere copia dei messaggi che i quattro agenti si possono essere scambiati una volta terminato il loro intervento all’ospedale di Sassuolo. L’episodio che continua a dividere l’opinione pubblica per la dinamica ancora non chiara con cui si sarebbe svolto, è avvenuto al pronto soccorso dell’ospedale della città. La presunta vittima delle presunte vessazioni di cui sarebbe stato oggetto, è un operaio, di origini straniere, regolare sul territorio e incensurato. A denunciare il fatto il direttore generale dell’ospedale su segnalazione degli operatori del Pronto soccorso. I quattro agenti si sono sempre detti innocenti. Sarebbero intervenuti su chiamata la notte tra il 15 e il 16 ottobre 2021 e per la gestione di un uomo in stato di agitazione. L’accusa per i quattro è di tortura aggravata dall’abuso di potere e falsità ideologica.
SASSUOLO AGENTI SOSPESI: PER DUE DI LORO LA DIFESA CHIEDE IL REINTEGRO AL LAVORO
Gli avvocati di due dei quattro agenti della Polizia Locale di Sassuolo accusati di tortura hanno chiesto per i loro assistiti la possibilità di reintegro alle mansioni lavorative con l’annullamento della sospensione a cui sono stati destinati dalla sentenza