Nel video le interviste a Prof. Ester Cantini, Conduttore di Planetario e a Francesca Gherpelli, Collaboratrice Centro Sperimentale per la Didattica dell’Astronomia Modena
La magia della notte di San Lorenzo incanta i modenesi. Tante le persone che ieri sera, calici in mano e occhi all’insù o, ancora meglio, al telescopio, si sono lasciati affascinare dagli astri. Certo, il consiglio è quello di allontanarsi dall’inquinamento luminoso e di spostarsi in montagna per vedere le cosiddette stelle cadenti, ma c’è chi ha preferito restare in città e farsi accompagnare dalle spiegazioni degli esperti del Planetario. Ecco allora che i modenesi si sono recati a gruppi in via Jacopo Barozzi e, chinandosi sul telescopio puntato al cielo, hanno potuto vedere Giove e Saturno, ieri ben visibili anche a occhio nudo. La speranza, non proprio aiutata dall’umidità e dalle fonti di luce della città, era quella di vedere anche qualche stella cadente e iniziare ad esprimere qualche desiderio. Anche se in realtà non si tratta di stelle, bensì di frammenti di roccia generati dalla disintegrazione di una cometa, che penetrando nell’atmosfera terrestre è come se prendessero fuoco lasciando una scia luminosa dietro di sé. Una spiegazione scientifica che tutto fa fuorché spegnere la magia della notte di San Lorenzo. In tanti hanno approfittato della comunione tra il Planetario e l’evento Lambruscolonga: calici di vino in mano, in una piazza Roma illuminata solo dall’orologio dell’Accademia e dalle luci della fontana, i modenesi hanno guardato i pianeti e si sono lasciati trasportare da storie “stellari”, ereditate dall’antica Grecia.