Si avvia verso la conclusione, con una transazione extragiudiziale, una lunga vicenda patrimoniale iniziata nell’estate del 1968 quando il Comune di Modena acquistò, per 120 milioni di lire di allora, un’area di oltre 44 mila metri quadrati in stradello San Faustino da destinare allo sviluppo edilizio, urbanistico e popolare della zona. L’iter è diventato giudiziario quasi quarant’anni dopo, nel 2006, quando sull’area erano già state realizzate le scuole d’infanzia Guglielmo Marconi, una palestra, strade, aree verdi e un bosco urbano, l’oasi naturalistica “La Piantata”, con ampiezza di più di 22 mila metri quadri. Gli eredi del venditore, ormai scomparso, impugnarono l’atto di vendita del ’68 e chiesero di annullarlo perché convinti che il proprietario fosse stato indotto a cedere il terreno temendo un esproprio. Contestarono anche la mancata destinazione del terreno al fine indicato nell’atto di acquisto del Comune, che nell’area non aveva realizzato un piano per l’urbanistica economica e popolare ma interventi di altro tipo. Nel 2006 il Tribunale di Modena rigettò il ricorso, così come la Corte d’Appello di Bologna, ma la Cassazione nel 2016 accolse le tesi degli eredi, rinviando la causa a Bologna che l’anno successivo ha annullato il contratto di vendita del 1968 per vizio del consenso, condannando il Comune alla restituzione del compendio immobiliare. Dopo questa travagliata vicenda, si è arrivati ora a un accordo che garantisce l’interesse pubblico e prevede un costo complessivo per il Comune di circa due milioni di euro, escludendo ogni ulteriore richiesta economica. Piazza Grande, sostanzialmente, acquista per un milione e 650 mila euro la palestra, il bosco, le aree verdi e le sedi stradali, riconosce un’indennità di occupazione dell’edificio scolastico per gli anni trascorsi e si impegna a pagare un canone di locazione per i prossimi sei anni.