Il 18 novembre dello scorso anno dal carcere di Reggio Emilia aveva indicato alla Polizia dove scavare per trovare il corpo della nipote. Ora lo zio di Saman Abbas, Danish Hasnain ha detto di non essere stato lui ad uccidere la 18 enne pakistana ma ha ammesso di aver accompagnato i due cugini della ragazza a seppellirne il corpo. L’uomo, che rischia l’ergastolo per l’omicidio della nipote, racconta la sua versione dei fatti. Danish, che dalle indagini dei Carabinieri e della Procura di Reggio Emilia è considerato l’esecutore materiale del delitto dichiara che quella notte era stato chiamato prima dal padre di Saman e di non aver risposto e poi di essere stato raggiunto mentre dormiva dai due cugini che gli avrebbero detto di seguirlo a casa della famiglia Abbas. Arrivato lì avrebbe visto il corpo della giovane a terra e che i due cugini avrebbero accusato la madre di averla uccisa. I tre uomini poi avrebbero portato il corpo di Saman vicino al casolare diroccato e li avrebbero seppellito il cadavere. L’avvocato Riziero Angeletti, che si è costituito parte civile nel processo che inizierà il prossimo 10 febbraio per conto dell’Unione della comunità islamiche in Italia non è convinto della bontà delle dichiarazioni di Danish e ritiene che si siano troppe contraddizioni rispetto a quanto è emerso finora dalle indagini, a partire dalle discrepanze nella tempistica fino ai messaggi che l’uomo avrebbe inviato alla mamma di Saman affermando che era stato fatto un buon lavoro. Intanto il padre della 18enne, detenuto in Pakistan, dove le autorità ancora non hanno deciso sulla richiesta di estradizione, affermerebbe che Saman Abbas è viva e che è stata traviata dal Governo italiano che avrebbe portato la giovane con forza in una comunità per farla frequentare la scuola dell’obbligo.
SAMAN ABBAS, LO ZIO RESPINGE LE ACCUSE. PER IL PADRE E’ VIVA
Mentre si attende il processo sulla morte di Saman Abbas, lo zio della 18enne dal carcere di Reggio Emilia nega di aver ucciso la nipote e fornisce la sua versione dei fatti. Secondo il suo racconto la responsabile potrebbe essere la mamma