La notizia è stata diffusa ieri mattina all’inizio dell’udienza sul processo per l’omicidio di Saman. Il 12 maggio ci sarà l’atteso videocollegamento tra Shabbar Abbas, attualmente recluso in Pakistan e il Tribunale di Reggio Emilia. Questa modalità permetterebbe di processare comunque l’uomo, pur non essendo fisicamente presente in aula. Nella stessa udienza è stato anche ascoltato il Maggiore Pallante, comandante del nucleo investigativo dei Carabinieri che ha parlato di ‘prove generali dell’omicidio’. Nel pomeriggio invece il processo si è letteralmente trasferito nella prima campagna di Novellara, nei luoghi teatro della tragedia che ha scosso tutta Italia. Presenti i giudici, i legali e tre, dei 5 imputati, Danish Hasnain lo zio di Saman e i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Noanulhaq. Tre i luoghi visitati, il primo di questi è stata la casa in cui i tre vivevano e l’unico in cui a loro è stato permesso di entrare, poi la visita all’abitazione della famiglia Abbas distante circa 700 metri ed infine il luogo in cui è stato ritrovato il corpo della 18enne, un casolare abbandonato di via Reatino.  Difesa e parti civili hanno dato un significato diverso al sopralluogo. Al centro la credibilità della testimonianza del fratello di Saman. Gli altri due imputati sono, come noto, il padre di Saman, appunto Shabbar Abbas e la madre Nazia Shaheen, tuttora latitante