E’ cominciato alle 9 di questa mattina al Tribunale di Reggio Emilia in Corte di Assise il processo per i cinque familiari di Saman Abbas accusati dell’omicidio della 18enne pachistana uccisa a Novellara la notte tra il 30 aprile e il primo maggio del 2021. Alla sbarra accusati di concorso in omicidio lo zio Danish Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Numanhulaq Numanhulaq, e i due grandi assenti, il padre Shabbar Abbas e la madre Nazia Shaheen. I genitori si trovano in Pakistan, il padre è agli arresti e ancora non è stata concessa l’estradizione all’Italia, e al momento non è chiaro se e quando l’uomo sarà consegnato alla magistratura reggiana per essere processato. La madre invece rimane l’unica ancora latitante. La Corte di assise di Reggio Emilia ha temporaneamente separato la posizione di Shabbar Abbas nel processo sull’omicidio della figlia. Per lui è stato disposto un rinvio al 17 febbraio per valutare la possibilità di un collegamento in videoconferenza con il carcere del Pakistan. Successivamente il procedimento con molta probabilità sarà riunito nuovamente agli altri quattro familiari imputati. I giudici hanno anche disposto un rinvio alle 15 per dare alle difese la possibilità di replicare alle costituzioni di parte civile, avanzate da una quindicina di associazioni e altre realtà. Tra queste Penelope, che si occupa di tutelare i familiari e gli amici delle persone scomparse, ma anche Ucoii e Unione delle Comunità Islamiche, oltre che il fidanzato di Saman che ha in programma la realizzazione di una fondazione a nome della giovane per aiutare tutte quelle ragazze che si trovano nella stessa condizione della 18enne uccisa