Avrebbe ucciso Salvatore Legari e nascosto il suo cadavere, allontanandosi a bordo del furgone dello stesso imprenditore edile. Un modenese di 38 anni è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere questa mattina da parte dei Carabinieri. Una svolta nel caso del 54enne, la cui denuncia di scomparsa risale al 14 luglio del 2023. Il procedimento penale era stato inizialmente iscritto per l’ipotesi di sequestro di persona ad opera di ignoti, senza nemmeno escludere la pista di un allontanamento volontario. Ma a seguito di una complessa attività di indagine coordinata dalla Procura di Modena è stata fatta una ricostruzione ben diversa. Salvatore Legari si era recato la mattina del 13 luglio del 2023 in un cantiere di Lesignana, dove l’indagato aveva commissionato allo stesso Legari lavori di ristrutturazione. L’imprenditore avrebbe raggiunto Lesignana a bordo del suo furgone bianco, poi ritrovato a Sassuolo il 22 luglio. Da un’attenta analisi dei filmati di videosorveglianza e di telecamere stradali, sia comunali che privati, gli inquirenti hanno ipotizzato che alla guida del mezzo, nel tragitto da Lesignana a Sassuolo, vi fosse il modenese di 38 anni. Secondo la ricostruzione, l’uomo avrebbe ucciso Legari e al fine di allontanare i sospetti da sé e collegamenti alla sua proprietà si sarebbe allontanato da Lesignana, guidando il furgone con addosso una maglietta sottratta alla vittima, in modo da poter sembrare in apparenza Salvatore Legari dalle immagini video. Dalla consulenza foto-antropometrica disposta dalla Procura, la figura al volante non poteva essere l’imprenditore scomparso. Per garantirsi l’impunità il 38enne avrebbe anche fatto sostituire l’hard disk dell’impianto di videosorveglianza della casa cantiere, in modo da vanificare l’acquisizione di filmati che potevano incastrarlo. A bordo del furgone di Legari trovato a Sassuolo sono stati rinvenuti alcuni indumenti dell’imprenditore e le sue carte di credito. Nell’ipotesi accusatoria il movente sarebbe di natura economica: Legari avrebbe maturato un importante credito nei confronti dell’indagato, derivato da prestazioni lavorative precedenti, che il giorno del delitto sarebbe andato a riscuotere