La notizia della proroga sulla data di riapertura dell’impianto di recupero rifiuti Ca.Re in Strada Romana Nord a Fossoli di Carpi è arrivata ieri. Era il 30 settembre dello scorso anno quando un maxi-incendio mandò in fumo oltre 250 tonnellate di plastica e provocò imponenti colonne di fumo nero che preoccuparono molto i residenti nelle vicinanze. L’impianto infatti è un centro di selezione e trattamento dei rifiuti da imballaggio provenienti dalla raccolta differenziata domestica e dei rifiuti speciali non pericolosi e recuperabili provenienti da attività produttive. I controlli effettuati da Arpae confermarono la necessità di aggiornare il certificato di prevenzione incendi e il certificato di agibilità fermando l’attività dell’impianto per almeno 120 giorni, 4 mesi. Secondo le rilevazioni di Arpae, subito dopo il vasto incendio, i valori di inquinanti prodotti dalle fiamme furono contenuti, con criticità riscontrate unicamente nella frazione di Rovereto. Eppure ad oggi lo stabilimento è ancora chiuso. Ad aggravare la situazione la decisione dell’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente che ha stabilito ulteriori 90 giorni di fermo, tre mesi. La criticità che si va a sommare all’inattività dell’impianto è che una parte dei dipendenti, circa una ventina, è in cassa integrazione. A confermare però il totale reintegro del personale una volta ripresa l’attività, il presidente del Ca.Re. Nel frattempo, è fissata per i primi giorni del prossimo mese la Conferenza dei servizi che avrà il compito di valutare la possibilità del rilascio dell’autorizzazione alla riapertura. Ricordiamo che le fiamme hanno risparmiato tutta la parte tecnologica dell’impianto, mentre mangiati dalle fiamme la parte dello stoccaggio, i muri di suddivisione e la pavimentazione
ROGO CA.RE FOSSOLI, PROROGATA DI ALTRI TRE MESI LA CHIUSURA DELL’IMPIANTO
Dopo 5 mesi dal rogo che ha distrutto una parte importante del Ca.Re. di Fossoli, centro di selezione e trattamento dei rifiuti, è ancora chiuso e sembra dovrà esserlo per ulteriori 90 giorni. Nel frattempo, una parte dei lavoratori è stata messa in cassa integrazione