Ci sono due denunce, in corso di esame in Procura, presentate da due detenuti che sostengono maltrattamenti da parte della polizia penitenziaria durante la rivolta del carcere Sant’Anna avvenuta lo scorso 8 marzo. Uno dei due detenuti sostiene di non aver mai preso parte alla sommossa e di essere stato percosso e bastonato a rivolta finita. L’altro ha affermato di avere assistito al pestaggio di detenuti che sarebbero stati fatti spogliare.
Durante il tragico episodio, esploso quando si sparse la voce che un detenuto in isolamento fosse positivo al coronavirus, persero la vita 9 persone, tutti carcerati.
Cinque di loro sono stati trovati morti nelle loro celle per overdose di sostanze saccheggiate dall’ambulatorio dell’infermeria. Quattro sono invece morti durante il viaggio mentre venivano trasferiti in altri carceri.
Con l’ausilio delle telecamere interne del carcere, la Procura tenterà di fare luce sulle dinamiche di una vicenda di cui si sa ancora molto poco. Il circuito interno di sicurezza ha ripreso solo le prime quattro ore della rivolta, dopo con il venir meno della corrente l’impianto di è fermato. Non tutto quindi sarà chiarito tramite le immagini attraverso cui la Squadra Mobile della Questura e la Polizia penitenziaria proveranno anche ad individuare i gruppi di rivoltosi responsabili dell’incendio e del danneggiamento del carcere.