Nessuno dei primi tre tamponi effettuati sui detenuti morti durante la rivolta al carcere di Sant’Anna è risultato positivo al Coronavirus. E’ questi l’esito delle prime autopsie che stanno svolgendo i medici dell’Istituto di Medicina Legale, su incarico della Procura di Modena. Appurata la negatività al Covid-19 dei primi tre cadaveri lo staff medico legale ha lavorato all’esame autoptico per chiarire le cause del decesso, che secondo il rapporto della polizia penitenziaria vanno ricondotte a un’overdose collettiva dal mix di metadone, benzodiazepine e altri farmaci rubati dalla cassaforte scassinata nell’infermeria ospedaliera durante la rivolta, che i detenuti si sarebbero iniettati in una dose letale. Già a una prima analisi medico-legale era stata riscontrata un’assenza totale di segni esterni di violenza su corpi e per questo la Procura aveva aperto un fascicolo contro ignoti con un’ipotesi di reato, del tutto formale, di omicidio colposo. Sempre ieri il procuratore aggiunto Giuseppe Di Giorgio ha confermato che è stato aperto il secondo fascicolo sulle devastazioni e la rivolta in carcere per individuare i rivoltosi e le loro singole responsabilità. Non sarà un’indagine facile, considerando il caso di una rivolta carceraria così furiosa e violenta, a porte chiuse, con pochi agenti della polizia penitenziaria in servizio in quel momento. Andrà individuato anche il gruppetto che ha tentato di evadere, bloccato da una pattuglia della volante arrivata proprio a due passi dalla fuga in strada.