Non si è fatta attendere la presa di posizione del Sappe, il sindacato di polizia penitenziaria, dopo la notizia delle due denunce presentate da altrettanti detenuti per presunti maltrattamenti subiti durante la rivolta avvenuta nel carcere di Modena lo scorso 8 marzo. Il sindacato, per bocca di Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto e del segretario nazionale Francesco Campobasso, chiede che la giustizia faccia rapidamente il suo corso, ma sottolinea come sia “davvero surreale che con tutto quello che è successo in quei giorni si possa pensare ad atti di violenza gratuita da parte dei poliziotti penitenziari, molti dei quali hanno dovuto fare ricorso alle cure mediche”. Il Sappe poi ricorda come “i rivoltosi di Modena abbiano distrutto quasi completamente il carcere, per cui si spera che i responsabili vengano individuati e condannati anche al risarcimento dei danni causati allo Stato. In quei giorni la polizia penitenziaria, supportata dalle altre Forze dell’ordine, ha svolto un lavoro eroico, senza mezzi adeguati, tant’è che la polizia di Stato, in alcune occasioni, ha dovuto prestarci i caschi dismessi”. Il Sappe ricorda anche che alcuni degli agenti che hanno sedato le rivolte, ben 30 in tutto il paese in quei giorni, successivamente sono anche risultati positivi al COVID–19.
RIVOLTA IN CARCERE. SAPPE: “AGENTI DENUNCIATI? UNA SITUAZIONE SURREALE”
Dopo la notizia delle due denunce presentate da detenuti nei confronti degli agenti del cercare di Sant’Anna, a seguito della rivolta dello scorso 8 marzo, è arrivata la risposta del sindacato Sappe, che chiede venga appurata la verità, ma definisce la situazione surreale