Ammanettato, buttato a terra, picchiato e colpito alla testa. Così un detenuto, oggi libero, racconta di essere stato vittima della violenza della polizia penitenziaria nell’ambito della rivolta dell’8 marzo 2020 al carcere Sant’Anna. Ieri mattina in Procura a Modena è stato depositato un nuovo esposto, che si aggiunge ai casi già denunciati nell’ambito dei disordini scoppiati nel penitenziario. A darne notizia è l’avvocato Alessandro Gamberini, che sottolinea come la persona che ha presentato quest’ultimo esposto nulla aveva a che fare con le proteste violente. Le lesioni che l’uomo, un marocchino di 37 anni, ha riportato sarebbero state documentate clinicamente dopo il suo trasferimento nel carcere di Sollicciano, dove fu espressamente richiesta una visita medica per le condizioni in cui versava. La denuncia, rimarca l’avvocato, segue la richiesta del GIP, che ha respinto la richiesta di archiviazione e ha imposto nuove indagini, insieme all’acquisizione di tutte le cartelle cliniche per avere un quadro esatto di quanto successo. Nell’ambito di quella rivolta persero la vita 9 detenuti e altri denunciarono torture da parte degli agenti. 120 poliziotti penitenziari sono stati iscritti nel registro degli indagati, ma per venti è stata richiesta l’archiviazione.
RIVOLTA AL SANT’ANNA, NUOVO ESPOSTO: DETENUTO DENUNCIA TORTURE
Nuovo esposto depositato in Procura sulle presunte torture subite dai reclusi nell’ambito della rivolta del 2020 al carcere Sant’Anna. Un detenuto denuncia di essere stato picchiato anche se non era tra i rivoltosi