Le scene di questi giorni sono state le stesse già viste a settembre, quando è ripartita la scuola. Ma con l’aggravante del peggioramento della situazione epidemiche e del meteo rigido di questi giorni. Il piano dei trasporti approntato in regione per il ritorno a scuola al 50% in presenza, come imposto dalla sentenza del Tar, anche a Modena ha trovato una bocciatura pressoché unanime da parte degli studenti. Lo si evince chiaramente dal sondaggio interno effettuato fra i vari istituti dai ragazzi stessi, che ha dato vita a un documento unitario, sottoscritto i dai rappresentanti dei principali istituti cittadini, Corni, Cattaneo-Deledda, Muratori Tassoni, Fermi, Barozzi, Selmi, Guarini, Sigonio e Wiligelmo. Nel mirino soprattutto l’inadeguatezza dei trasporti che hanno portato a riempire oltre misura i bus, con lunghe attese nei cortili e rischi di assembramenti. Non è dunque bastato aumentare di 65 unità i mezzi pubblici della provincia per rispondere all’esigenza di sicurezza. Tante le foto girate in rete sui social in queste ore che hanno portato sotto i riflettori soprattutto la linea Vignola-Castelfranco-Modena, la direttrice che ha avuto i maggiori disagi, ma anche la linea per Pavullo e Serramazzoni e la navetta dell’istituto Fermi stracolma di studenti. E così, nel documento nato dal sondaggio, tanti ragazzi hanno rimesso in discussione pure l’utilità del ritorno in presenza a scuola. “Il rientro in presenza, seppur contingentato – riporta il documento – rischia di aggravare la situazione e alimentare la diffusione del virus, rendendo vani gli sforzi dei mesi passati, costringendo poi gli studenti a tornare nuovamente in Dad proprio negli ultimi mesi dell’anno scolastico, quelli più critici, specie per i maturandi”. Il maggior rischio è riscontrato durante lo spostamento sui mezzi pubblici e durante i loro contatti nei piazzali delle scuole all’entrata e all’uscita.

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