Nel video le interviste a:
– Giuseppe Marciano, Ristorante pizzeria Il Grottino;
– Massimo Pellegrini, Titolare La Pinseria Tre Farine;
– Dario Malandugno, Proprietario Ristorante Uva d’oro
C’è chi lo definisce accanimento eccessivo, chi parla di ennesima mazzata e chi sostiene che ora sarà davvero dura ripartire a gennaio. Al di là delle differenze nel descriverlo, il commento dei ristoratori all’ultimo DPCM che chiude bar, ristoranti e locali per le festività di dicembre è unanime e chiaro: si tratta di un ennesimo duro colpo alla categoria. Ieri è stata l’ultima domenica di lavoro a pieno regime per i locali, nel rispetto di tutte le norme igienico-sanitarie per evitare il rischio di contagio: da mercoledì le serrande si torneranno ad abbassare, per tornare ad alzarsi, eventualmente, solo a partire da gennaio 2021, con tutte le incognite del caso. La rabbia del dover restare chiusi in giorni chiave per il fatturato dei locali si unisce alla delusione per i modi e i tempi con cui questa decisione è stata resa nota. La merce per i pranzi e i cenoni era già stata acquistata, le prenotazioni dei clienti erano già state accettate. Ora gli alimenti verranno accumulati e ovviamente tutte le prenotazioni sono state disdette. L’augurio che si fanno i ristoratori e l’appello che lanciano a Palazzo Chigi è che stavolta arrivino aiuti concreti e significativi. Questo Natale blindato, denuncia Confesercenti Modena, costerà alla ristorazione una perdita di fatturato di un miliardo di euro. La richiesta al Governo del presidente FIEPET Gianfranco Zinani è quella “di riconoscere alle attività – come già fatto dalla Germania – ristori al 75% dei ricavi degli stessi giorni dell’anno precedente”.