Il caso del rinvenimento di frammenti di amianto nell’area industriale dell’ex Civ&Civ, a Modena, ha rilanciato il tema dello smaltimento del pericoloso materiale. Nella zona, i residenti del comitato Villaggio Europa-Quartiere Sacca non erano stati avvertiti e solo attraverso le loro ricerche – con richiesta di chiarimenti a Arpae e Ausl – hanno scoperto che la vernice rossa sopra i detriti serviva a non diffondere nell’aria l’amianto. I lavori di rimozione prenderanno il via nei prossimi giorni. L’Associazione familiari e vittime dell’amianto (AFeVA) Emilia-Romagna ha confermato il proprio allarme: l’amianto è ancora troppo presente. Ci sono ancora molte, troppe, strutture contenenti eternit da smantellare, attraverso le apposite procedure. “Oltre mille morti nel 2023 e quasi 200 nel 2024 richiamano la drammaticità del problema”, ha dichiarato il presidente dell’Associazione familiari e vittime, Milco Cassani, che invita i comuni ad attivarsi per la mappatura del territorio e i cittadini a segnalare ai comuni stessi i casi rilevati di materiali contenenti amianto. A Modena e provincia sono diverse le aree critiche, a cominciare dall’ex rotatoria di via Emilia Est. a Modena, e continuando con l’ex cantina di Bazzano, ora in stato di abbandono, a Castelfranco Emilia, tanto per citarne alcune delle criticità.
Secondo il registro Mesoteliomi, nella nostra regione sono stati diagnosticati oltre 3.500 casi dal 1996 ad oggi. Negli ultimi anni, la media annuale di casi di mesoteliomi è di circa 150 all’anno, confermando l’esigenza di non abbassare assolutamente la guardia nella battaglia contro l’amianto.