All’interno l’intervista alla dott.ssa Paola Vandelli, Direttore Servizio Formazione, Ricerca e Innovazione
Due studi clinici per comprendere gli effetti del farmaco sulla persona, di cui 1 profit con il farmaco Sarilumab per valutare l’efficacia e la sicurezza del medicinale in pazienti ospedalizzati affetti da COVID-19 e 1 non profit con il Tocilizumab, 2 programmi di uso terapeutico, un con il Canakinumab, farmaco utilizzato per il trattamento della febbre periodica autoinfiammatoria, della malattia di Still e dell’artrite gottosa che valuta come il farmaco agisce bloccando il gene che attiva la produzione di mediatori infiammatori e l’altro con il Ruxolitinib, inibitore della via di trasmissione del segnale mediata da Jak, con effetti antinfiammatori legati all’inibizione del rilascio di citochine e quindi potrebbe essere in grado di mitigare gli effetti di una severa reazione infiammatoria. In più 8 studi attivi no profit sia osservazionali che interventistici senza farmaco che riguardano pazienti COVID+. Sono le 12 ricerche già attive presso l’AOU di Modena nella lotta al Covid-19.
La situazione di emergenza sanitaria da mesi a questa parte sta mettendo sotto pressione medici, infermieri e tutto il personale degli ospedali, impegnati h24 per supportare non soltanto i pazienti ma anche i parenti dei malati. Per questo motivo è stato immediatamente avviato un servizio di consulenza e supporto psicologico ad accesso diretto (in presenza o a distanza), gestito direttamente dagli Psicologi del lavoro afferenti al Servizio Formazione, Ricerca e Innovazione, con l’obiettivo di supportare i professionisti impegnati in questa delicata fase e prevenire l’insorgenza di fenomeni come tensione emotiva e stress.
Al fine di prevenire stress è importante intercettare i segnali e monitorare i fattori di rischio psicosociale legati alla situazione emergenziale in atto.