La revisione della rendita catastale degli immobili che hanno beneficiato di bonus, annunciata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, comporterà un aumento delle imposte per almeno due milioni di famiglie italiane.
La revisione catastale, peraltro, è un obbligo: la Legge di Bilancio dello scorso anno l’ha prevista per gli immobili che, dopo lavori di ristrutturazione, hanno avuto un aumento di valore di almeno il 15%.
Ecco alcune delle imposte che lieviteranno per chi è tenuto alla revisione catastale: l’Imu sulla seconda casa, l’imposta di registro che si paga sugli atti di compravendita e quella di successione in caso di immobili donati o lasciati in eredità. Crescerà anche la Tari, la tassa sui rifiuti, perché viene calcolata sulla superficie catastale, che farà salire l’importo.
E aumenterà anche l’Irpef per chi acquista una seconda casa non situata nello stesso comune della prima casa.  L’aggiornamento del Catasto porterà ad aumentare l’Isee di ciascuna famiglia, l’indicatore universale su cui si basa l’assegnazione o meno di agevolazioni come l’Assegno Unico e l’Assegno di Natalità, il cosiddetto Bonus Bebè. E poi, a cascata, aumentano le imposte anche in caso di compravendite immobiliari…
Chi non segnala l’avvenuta revisione della rendita catastale all’Agenzia delle Entrate rischia prima una lettera di richiamo a mettersi in regola e poi una pesante multa.
La revisione catastale porterà un effetto a catena sicuramente negativo, con ricadute, in particolare, sul settore edilizio: gli incentivi di questi anni – e non solo il Superbonus – hanno tenuto in piedi l’edilizia e sono valsi metà della crescita italiana tra il 2021 e il 2022.