Che la pandemia abbia segnato uno dei periodi più difficili per i cittadini è cosa nota, ma la recente ricerca pubblicata dal Ministero dell’Economia traduce in numeri la crisi dovuta al Covid. Il virus nel solo 2020 ha tagliato di 19,4 miliardi i redditi degli italiani rispetto al 2019, con il lockdown totale che ha fatto crollare il PIL del 9%. Quadro destinato, anche sul fronte delle dichiarazioni, ad aggravarsi per gli anni successivi quando agli effetti del Covid sull’economia italiana si sommeranno quelli della guerra in Ucraina. Nello specifico, la maggior parte delle persone, il 70%, si colloca nella classe di reddito tra 15 mila e 70mila euro l’anno (il 67% dell’Iperf totale), il 27% rimane sotto i 15mila euro. Solo il 4% dei contribuenti dichiara più di 70mila euro, versando così il 29% dell’Irpef totale, in un Paese che, tuttavia, ha un’evasione stimata di 80 miliardi secondo l’ultima rilevazione del 2019. L’analisi a livello territoriale rileva nuovamente profonde differenze tra nord e sud, confermando che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia, seguita dalla Provincia autonoma di Bolzano. Fanalino di coda la Calabria, mentre l’Emilia-Romagna si colloca nella parte alta dei redditi.
REDDITI A PICCO, CRISI DA LOCKDOWN MA CON DIFFERENZA TRA NORD E SUD
L’aumento delle spese sugli alimenti e pressoché tutti i prodotti va ad aggravare un quadro già destabilizzato dalla pandemia, che ha provocato una forte contrazione dei redditi secondo l’ultimo monitoraggio del Ministero dell’Economia