Quanti sono, come li raccogliamo e come li trattiamo, in quali impianti finiscono e quanto costa la loro gestione: questi gli aspetti analizzati nel Rapporto Rifiuti Urbani 2019 dell’Ispra, sulla base degli ultimi dati disponibili a livello nazionale relativi allo scorso anno. L’Emilia Romagna fa registrare il record di produzione pro capite, con 660 chilogrammi per abitante all’anno – valore in crescita del 2,7% – a fronte di una media di 517 chili per cittadino nel Nord Italia, e dei 449 del Sud. Nei primi 6 mesi del 2019 l’inceneritore di Modena di via Cavazza, all’interno del quale convergono rifiuti urbani e speciali provenienti anche dalle altre province della regione, sono state smaltite 111.000 tonnellate di rifiuti urbani e speciali. Di questi 58 mila rifiuti indifferenziati, sono stati prodotti solo dalle famiglie modenesi. Ma se da una parte l’Emilia Romagna detiene questo triste primato, piazzandosi al primo posto in Italia per la produzione di rifiuti pro capite, dall’altra la nota positiva è che è tra le cinque regioni più virtuose per la raccolta differenziata, e la terza per percentuale d’incremento in questo sistema. Nel 2018 il costo medio per la gestione dei rifiuti nella macro-area che include anche l’Emilia Romagna è leggermente aumentato raggiungendo i 154 euro a persona, anche se la cifra si mantiene sotto la media nazionale di 174 euro pro capite.