Nel video l’intervista a Andrea Cossarizza, Immunologo Unimore

I contagi da coronavirus spaventano l’Europa, di nuovo “epicentro” della pandemia, ed entro febbraio si rischiano altri 500mila morti tra il Vecchio Continente e l’Asia. L’allarme arriva dall’Organizzazione mondiale della sanità, mentre l’Ema avverte: “Siamo entrati nella quarta ondata”. In Italia tuttavia la situazione rimane ad oggi sotto controllo secondo il monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità. Nessuna regione cambia colore, anche se secondo i vecchi parametri l’Emilia-Romagna sarebbe gialla, così come altre 11 regioni. Umbria e Puglia passerebbero in arancione. In generale, l’indice Rt è salito, attestandosi a 1,15, sopra la soglia 1. Aumentano anche i casi settimanali ogni 100mila abitanti, arrivati a 53; altro parametro in grado di fare scattare nuove restrizioni. Tutte le regioni sono oggi a rischio moderato, ma nessuna passa al giallo grazie ai parametri ospedalieri che al momento tengono anche se sono in ascesa. La percentuale di occupazione nelle terapie intensive sale dal 4,5% al 5,3, mentre negli altri reparti dal 3,7 al 4. La preoccupazione di un rialzo della curva c’è, ma al momento è contenuta, spiega il professore Andrea Cossarizza. Ciò che realmente preoccupa, è che altri Paesi europei meno virtuosi dell’Italia in termini di vaccinazioni possano lasciare al virus la porta aperta per una diffusione in grado di creare nuove varianti.