Nel video l’intervista a Luca Lombroso, Meteorologo

Il non aver rilevato nel corso dello scorso anno alcuno sforamento del biossido di azoto, come si evince dai dati del report, è un risultato mai raggiunto in passato, tranne nel 2020 grazie al bocco totale della circolazione imposto dal lockdown. Il biossido di azoto è un gas tossico e irritante che può provocare alterazioni delle funzionalità respiratorie. Ma i dati contenuti nel report parlano anche di un altro trend positivo, le concentrazioni di quasi tutti gli inquinanti sono in linea con quelle degli ultimi 5 anni. Rispettati anche i limiti di legge per i valori delle polveri sottili, Pm10, e ultrasottili, Pm 2.5. Gli sforamenti giornalieri si sono comunque registrati in 12 delle 47 stazione di rilevazione diffuse da Piacenza a Rimini per oltre 35 giorni all’anno, ‘tetto’ massimo fissato dalle norme europee. Superamenti in ogni modo contenuti, ha spiegato la Regione facendo riferimento alla rete regionale di misurazione. La rete, gestita da Arpae Emilia Romagna è composta da 47 stazioni spalmate su tutto il territorio regionale, ognuna delle quali rileva il biossido di azoto, 43 di queste anche le polveri sottili, 24 le ultrasottili, 34 l’ozono, 5 il monossido di carbonio, 9 il benzene e 1 il biossido di zolfo. Criticità persistono invece per l’ozono, in particolare nel periodo estivo e nelle aree rurali. E proprio oggi si svolgerà l’ultimo dei 5 incontri partecipativi promossi dalla Regione che avrà come focus il bacino padano e gli aspetti sanitari