Nel video le interviste a :
– Guglielmo Golinelli, Lega Emilia-Romagna
-Carlo Curatola, Presidente dell’Ordine dei Medici
La sospensione del punto nascita di Mirandola divide la comunità medica e la politica. L’Ausl ha fin da subito giustificato la sospensione del servizio travaglio-parto del Santa Maria Bianca parlando di carenza di professionisti. Per fornire l’adeguata assistenza alla nascita servono 7 unità operative, aveva spiegato l’azienda sanitaria, mentre a Mirandola ce n’è una e mezzo. L’interruzione del servizio e la conseguente presa in carico delle partorienti in altri ospedali della provincia ha subito scatenato la reazione della politica, a partire dalle opposizioni in Regione.
Lo stesso Partito Democratico della bassa modenese ha manifestato la contrarietà alla scelta di sospendere il servizio – senza annunciare una data di riapertura – parlando di contraddizione rispetto agli impegni presi dalla Regione. Dall’altra parte, i medici parlano di una scelta legata alla tutela delle donne e dei neonati.
“Da sempre donne con gravidanze ritenute a rischio vengono centralizzate su Modena” – ha poi dichiarato dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria il direttore dell’Ostetricia e Ginecologia Fabio Facchinetti. In questi mesi il Policlinico, rende noto l’azienda, aveva messo a disposizione dei colleghi di Mirandola professionisti per turni di guardia mensili; una disponibilità che, date le criticità anche nel nosocomio di Modena, non è più stata rinnovata.