Si chiama Viktoria e da tanti anni lavora come infermiera a Modena, al Policlinico. Una vita dedicata, per professione, alla cura e all’aiuto degli altri, ma che poco può fare ora per dare una mano ai suoi amici e ai suoi parenti rimasti in Ucraina. Viktoria dice che la sua famiglia è rimasta a Kaluš, città a ovest del paese in cui sono stati bombardati luoghi strategici come l’aeroporto e l’ex deposito di armi nucleari. I parenti e gli amici di Viktoria non sono tra i 10 milioni di profughi fuggiti. L’infermiera racconta come invece cerchino di vivere nel modo più normale possibile, senza l’intenzione di scappare. Non tutti hanno la fortuna di vivere in una città relativamente tranquilla come Kaluš e per questo l’onda di profughi aumenta. In Italia sono arrivate ormai 60mila persone, in Emilia-Romagna gli esuli accolti sono oltre 14.500, circa un quarto di quelli arrivati in tutto il paese. Nonostante siano salvi, Viktoria è preoccupata anche per loro e per il loro domani