Nel video l’intervista a Anna Maria Arroi, Responsabile accoglienza negli hotel Covid Ausl
Per i profughi Afghani in fuga dai talebani è stata una notte tranquilla. Questo quanto dichiarato dai sanitari dell’Ausl, che questa mattina hanno dato il via ai controlli e alle cure dei rifugiati. Tutela, riservatezza, controlli sanitari. Sono i pilastri che hanno contraddistinto le prime ore di permanenza dei profughi afghani nel nostro territorio. Chi li ha incontrati, ha raccontato di un dolore composto, silenzioso, di stanchezza e di spaesamento. Cosa accadrà ora? I primi passi sono incentrati sulla sicurezza sanitaria, come vogliono i protocolli per chi arriva dall’estero. I sanitari dell’Ausl questa mattina hanno effettuato il tampone molecolare alle persone ospitate nelle strutture modenesi. “Fai un bel respiro, non ti preoccupare” dice la voce dell’interprete al ragazzo che si sottopone al test anticovid. A San Possidonio i rifugiati sono 70 e tra loro i minori sono 25. Il più piccolo, ha appena 40 giorni. In zona Bruciata sono ospitate invece 30 persone, tutti nuclei famigliari di diverse dimensioni, comprendenti quattro minori. La solidarietà dei modenesi intanto si sta facendo sentire. Numerose sono le domande di chi vuole dare una mano, offrendo abiti o giocattoli. Ma al momento, dichiara chi gestisce questa delicata fase iniziale, non c’è bisogno di altro.