Con una sentenza pubblicata nella giornata di lunedì, la Corte Costituzionale ha annullato la delibera di insindacabilità adottata dal Senato il 16 febbraio 2022 nei confronti dell’ex senatore Carlo Amedeo Giovanardi. Su di lui pendeva in Tribunale a Modena un processo per presunte pressioni alla Prefettura e alle forze dell’ordine, per riammettere nella “white-list” antimafia la ditta Bianchini, durante la ricostruzione post-sisma. Lo scorso anno, infatti, con 113 voti favorevoli, 90 contrari e 8 astenuti, l’aula di Palazzo Madama si era espressa votando l’insindacabilità delle condotte del politico modenese, ritenendole comprese nelle prerogative di un parlamentare, congelando così il processo risalente ormai a 10 anni fa. Proprio su questo aspetto, era stato chiamato a votare il Senato, che aveva sostenuto le ragioni di Giovanardi, attivando lo “scudo” che lo aveva salvato dal processo. Ora quella delibera è stata annullata dalla Corte che ha valutato come incostituzionale il voto del Senato: le imputazioni contestate a Giovanardi sono di minacce a corpo politico, amministrativo e giudiziario dello Stato, rivelazione di segreti d’ufficio e minacce e oltraggio a pubblico ufficiale. Nella sentenza si legge: “le condotte del senatore non possono essere inquadrate tra le ‘opinioni’ espresse nell’esercizio della funzione parlamentare. Pertanto, non spettava al Senato deliberare la loro insindacabilità: va annullata la deliberazione del Senato del 16 febbraio 2022″.