Ha parlato per quasi due ore Mohamed Gaaloul, nell’udienza in cui ha rilasciato dichiarazioni spontanee su quanto accaduto la notte tra il 17 e il 18 novembre di due anni fa, quando perse la vita, uccisa, la 32enne di Ravarino Alice Neri. A precedere il lungo racconto del tunisino di 31 anni, il duro monito della presidente della Corte d’Assise, Ester Russo: “Oggi – ha detto – siamo qui ad aspettare la sua verità, ma che sia una verità vera, credibile”, ricordando che ci sono numerose prove a carico dell’imputato, la giudice ha aggiunto “se deve arrampicarsi sugli specchi, tanto vale che si inginocchi e chieda perdono, alla madre, al marito, al fratello, ma soprattutto alla bambina che è a casa e ha perso la mamma all’età di quattro anni”. Gaaloul ha quindi raccontato di aver conosciuto Alice Neri davanti allo Smart Cafè di Concordia, e di non averla mai vista prima. Lì, dopo che lei aveva passato la serata con un collega, Gaaloul le avrebbe chiesto un passaggio in auto. Stando alle parole dell’uomo, sarebbe stata lei ad avvicinarlo e a chiedergli come si chiamasse. In auto avrebbero chiacchierato e Alice gli avrebbe detto che non voleva tornare a casa, “così – racconta Gaaloul – siamo andati su un argine vicino alla fabbrica. È lì che ci siamo baciati e abbiamo avuto un rapporto sessuale. Dopo un po’ mi ha detto scendi dalla macchina e io l’ho fatto”. L’imputato racconta di essersi allontanato a piedi, di aver visto altre auto, e di aver dormito vicino a un garage, in campagna. Così come aveva fatto in passato, anche davanti ai giornalisti, Gaaloul si è dichiarato innocente.