Diventerà uno spazio civico sede di associazioni e “casa” permanente del centro di documentazione antimafia. È il destino dell’aula bunker che il 31 ottobre dell’anno scorso ospitò la storica sentenza Aemilia. Un giorno passato alla storia per aver dimostrato la radicata presenza della Ndrangheta nei nostri territori, con la sentenza in primo grado per gli imputati che avevano scelto il rito ordinario. La prima meta dopo due anni di maxi processo, che ha contato 195 udienze, 148 imputati e più di 1700 anni di carcere richiesti per le accuse di associazione mafiosa. L’aula prefabbricata che in quell’occasione ospitò almeno 300 persone tra sindaci, avvocati e giornalisti verrà rimossa dal cortile del palazzo di giustizia di Reggio Emilia per essere rimontata probabilmente in un’area del quartiere Orologio vicino a Parco Ottavi. È quanto è stato annunciato nell’ultimo consiglio comunale a Reggio Emilia. Entro metà dicembre sarà approvato il progetto esecutivo per lo smontaggio e il rimontaggio della storica aula, mentre verrà aperto un bando rivolto alle associazioni per gestire lo spazio.
PROCESSO AEMILIA, L’AULA BUNKER DIVENTERÀ CENTRO DI DOCUMENTAZIONE ANTIMAFIA
Un luogo simbolico e già passato alla storia del nostro territorio verrà spostato e adibito a centro di documentazione antimafia. Si tratta dell’aula bunker in cui è stata pronunciata la sentenza Aemilia