Nel video l’intervista a Cosimo Zaccaria, Avvocato madre di Alice Neri
È durata sette ore la prima udienza del processo a Moamed Gaaloul, l’unico indagato nell’efferato caso di omicidio di Alice Neri. Un procedimento-fiume che si è chiuso solo intorno alle 18 di ieri. Il 30enne tunisino, che deve rispondere di omicidio volontario e distruzione di cadavere, al termine dell’udienza si è rivolto ai giornalisti e ha detto solo “verità”. E il percorso, per arrivare a quella verità, sarà lungo e difficile, la nullità dell’interrogatorio ma alcuni punti fermi sono stati posti. Come la questione del femminicidio. L’avvocato Roberto Ghini, che difende Gaaloul, ha asserito che non ci sono elementi per stabilire che si sia trattato di un femminicidio dato che i due “non si conoscevano” e per la difesa “non c’è un movente”. Ma la corte ha stabilito che “la prevaricazione di genere viene ad assumere rilievo centrale nella dinamica, per cui la vittima è stata condotto in un luogo appartato per poi essere uccisa”. Del femminicidio era già convinto l’avvocato Cosimo Zaccaria, che insieme a Marco Pellegrini difende la madre e il fratello di Alice
L’avvocato Ghini ha contestato inoltre la nullità dell’interrogatorio e quindi del decreto di giudizio immediato. Su questo la corte si è riservata. La difesa ha inoltre promesso di portare in aula elementi nuovi. Anche l’avvocato del marito di Alice, Antonio Ingroia, è convinto che ci siano piste che dovrebbero essere prese in considerazione, come quella del terzo uomo. I legali di madre e figlio sono invece convinti della bontà del lavoro della Procura
Ghini ha chiesto poi tre perizie: l’esame di frammenti ossei trovati sull’auto a luglio, l’analisi di un circuito elettronico rinvenuto sempre sulla vettura e l’accertamento sulla combustione dell’auto. Ghini ribadisce infatti che sia stata usata benzina per dare fuoco alla vettura della donna e non olio. Un elemento che per la difesa cambierebbe radicalmente la dinamica di quanto avvenuto quella notte a Concordia.