Nel video l’intervista a Devrim Di Finizio, Comitato Priorità alla Scuola

I dati parlano chiaro: “La scuola non è luogo di contagio”. Lo ribadiscono le cifre, lo rende noto il Comitato Priorità alla Scuola di Modena, che ha ottenuto questi dati con una richiesta di accesso civico generalizzato all’AUSL di Modena. La scoperta più eclatante, secondo il Comitato Priorità alla Scuola di Modena, è che non è mai stata veramente sperimentata la tenuta dei protocolli di sicurezza adottati nelle scuole: di fatto, non è mai stata effettuata un’analisi che indichi, tra le classi che hanno manifestato casi indice, quali sono quelle che hanno sviluppato casi secondari, stabilendo cosi la presenza di un reale focolaio di Coronavirus. Peraltro dalla analisi è emerso come dalla riapertura delle scuole superiori il 18 gennaio a inizio marzo il tasso di positività è risultato pressoché costante nella popolazione in età scolare (-0,43%) mentre si è incrementato (+3,31%) nella popolazione adulta, indice che gli sforzi per il contenimento del contagio avrebbero dovuto essere concentrati su quella fascia di popolazione. In base all’evidenza dei dati ottenuti, il Comitato Priorità alla Scuola di Modena chiede che ogni decisione di limitazione della frequenza scolastica in presenza non possa più prescindere da un affidabile sistema di screening, tracciamento e analisi dei casi secondari nelle scuole cioè dei casi sospetti o probabili. Cosa peraltro ribadita più volte da Tar e Consiglio di Stato.