I giorni passano e a quasi un mese e mezzo dall’alluvione che ha mandato sott’acqua interi comuni della Romagna ancora non è stato nominato il Commissario alla Ricostruzione e soprattutto ancora non sono arrivati i fondi necessari alla ripartenza. La ricostruzione dell’Emilia-Romagna dopo l’alluvione resta uno dei temi più aspri del dibattito politico. Da un lato ci sono le opere da mettere in campo per ristabilire una nuova normalità sui territori colpiti, dall’altra tiene banco la discussione sull’entità delle risorse da stanziare e da recuperare e, soprattutto, chi si dovrà occupare di gestirle. Il Consiglio dei ministri saltato giovedì avrebbe dovuto analizzare il disegno di legge che introdurrà la delibera di “Stato di ricostruzione di rilievo nazionale”. Tutto però è stato rimandato a domani compresa la tanto attesa nomina del commissario straordinario.  Tra i nomi papabili ci sarebbero il generale Giuseppe Vadalà, commissario alla bonifica delle discariche, e l’attuale commissario all’emergenza idrica Nicola Dall’Acqua. Intanto il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha ribadito che questa nomina sta diventando un po’ troppo tardiva e insieme alla vicepresidente Irene Priolo, è tornato a battere cassa: la stima dei danni è di 8,8 miliardi, ma subito ne servirebbero 1,9 miliardi per gli interventi per le frane, rimettere a posto gli argini dei fiumi, recuperare e riaprire una parte di strade entro l’autunno per evitare l’arrivo di possibili nuove perturbazioni. Per quanto riguarda i rimborsi ai cittadini la cifra a disposizione al momento è ancora lontanissima dalla copertura dei danneggiamenti, mentre per il discorso imprese al momento non c’è stato nemmeno lo stanziamento dei primi ristori. In tutto questo la Romagna mentre si lecca le ferite ancora sta aspettando.