Nel video l’intervista a Barbara Ferrari: Titolare Barbaraferrarishoes e Presidente Intesa Donne Confesercenti
Porte chiuse sì, porte chiuse no. Secondo l’ordinanza del Comune in vigore da ieri il dubbio non si pone: il testo parla chiaro, se il locale è climatizzato gli ingressi devono rimanere chiusi. Pena: una multa fino a 500 euro. Una regola non certo nuova per i commercianti del centro, dato che già dal 2017 (con la sola eccezione del 2020 e del 2021) la regola era entrata in vigore nel periodo estivo. Allora diversi negozianti avevano storto il naso, lamentando che con le porte chiuse, i clienti erano meno incentivati a entrare. I tempi però sono cambiati e in un periodo in cui l’energia costa caro, in tanti già seguono pedissequamente l’ordinanza, accogliendola favorevolmente. Il dubbio che è sorto ai commercianti e al mondo della sanità è quello di come compensare questa necessità di risparmiare energia con le normative anti-Covid, virus tutt’altro che sparito che impone frequenti richiami d’aria. Un problema facilmente risolvibile, secondo Confesercenti. Eppure basta passeggiare in centro per notare che molte attività ancora tengono spalancate le porte. Ed è qui che in realtà sorgono i dubbi. Secondo Confcommercio l’ordinanza è giusta, ma poco chiara nella gestione delle “lame d’aria”, veri e propri soffi di aria posti all’ingresso dei negozi. Dal momento che la loro installazione serve proprio a non disperdere la climatizzazione e ridurre i consumi, imporre la chiusura delle porte a chi la possiede non produrrebbe secondo l’associazione alcun vantaggio ambientale andando solo ad aumentare i costi dei commercianti.