Nell’intervista Alberto Caldana, Presidente Associazione Porta Aperta Modena
Un episodio che riaccende i riflettori sulla questione sicurezza in città. In attesa di elevare la questura in fascia A, il sistema di accoglienza è ormai saturo. Ne abbiamo parlato con Alberto Caldana, presidente di Porta Aperta.
Prima il delitto di marzo al Novi Sad, poi l’omicidio ai danni di un 20enne di origine africana, ieri, in Corso Vittorio Emanuele. Suona forte il campanello d’allarme per Modena, dove torna prepotentemente in primo piano, ancora una volta, il nodo della sicurezza e dell’immigrazione. Un problema ben noto qui in città, con un sistema di accoglienza ormai saturo. Numeri impressionanti, quelli degli arrivi, che il Ministero scaricherebbe sulle città e che hanno fatto infuriare il governatore Bonaccini e i sindaci dell’Emilia Romagna. Proteste che il Viminale ha accolto, dirottando almeno stavolta altrove i 100 migranti che, oggi, sarebbero dovuti partire dalla Sicilia proprio verso Bologna. Ma il problema non si può dire certo risolto.