Nel video le interviste ad Alberto Caldana, Presidente di Porta Aperta e a Laura Solieri ufficio Comunicazione Porta Aperta

La pandemia prima, la crisi energetica poi, oggi il carovita che non smette di attaccare i risparmi delle famiglie. Questi solo alcuni cenni a un insieme di fattori che hanno portato i modenesi ad essere sempre più poveri. A renderne conto è Porta Aperta che festeggia i suoi 45 anni di attività a servizio di chi ha bisogno. Un lungo percorso che ha visto cambiare profondamente il quadro sociale della città. Alla fine degli anni Settanta, si rivolgevano ai volontari dell’associazione prevalentemente persone provenienti dal Sud Italia; oggi, l’utenza è per due terzi composta da persone che vengono da Paesi extraeuropei, soprattutto Pakistan, Bangladesh e Nigeria, ma non mancano gli italiani e i modenesi, con fenomeni di povertà peculiari proprio dell’ultimo anno.

Porta Aperta conta una vasta rete di volontari e ospita oggi 220 persone e serve circa 200 pasti al giorno, oltre a gestire l’emporio solidale Portobello. Ieri sera l’associazione ha festeggiato i suoi 45 anni con un momento di convivialità e una messa, presieduta da Monsignor Erio Castellucci.