Sempre più profonda la spaccatura a sinistra. Dopo le parole concilianti di Enrico Letta, anche Stefano Bonaccini, in pole position per il ruolo di nuovo leader del Partito Democratico, ha parlato di Giorgia Meloni con indulgenza. “Non è una fascista – ha dichiarato – è una persona certamente capace, ha idee molto lontane dalle mie, dovrà dimostrare di essere all’altezza di guidare un governo come quello italiano”.
Una dichiarazione rilasciata nel corso di Coffee break su La7 che ha fatto subito infuriare l’area politica più a sinistra del partito. Una delle prime a ribattere è stata Elly Schlein, l’attuale seconda favorita nella corsa al Nazareno, che ha risposto con un secco “non sono d’accordo”, mentre infuria Andrea Orlando suo sostenitore nella corsa alle primarie, che ha attaccato sia Letta che Bonaccini: “Come si fa a dire contemporaneamente che sono capaci (di cosa?) o che sono meglio di quanto ci aspettassimo?”. Sulla stessa linea Provenzano, così come la vicepresidente del Senato Anna Rossomando che si è detta non convinta dell’”indulgenza di Bonaccini con Meloni”. Insomma una dichiarazione che ha alzato altra polvere in un Partito Democratico che, in fase di rinnovo, sembra sempre più scisso al suo interno tra anime orientate a sinistra e altre che guardano al centro. Parole che sono già diventate terra di conflitto e tentativo di recuperare voti in vista della votazione del 26 febbraio ai gazebo, dove il fronte Schlein mira al “ribaltone” e quindi alla vittoria sul Governatore. Oggi Bonaccini, al netto delle polemiche, cambia registro, e annuncia con energia di stare valutando l’impugnazione alla Consulta della nuova norma del Governo sulla riduzione e il dimensionamento delle autonomie scolastiche.