Nel video l’intervista a Davide Ferraresi, Presidente Legambiente Emilia-Romagna
A meno di un anno dalla terribile alluvione in Romagna, la pioggia torna a fare paura, questa volta in Emilia, dove i fiumi si sono ingrossati in maniera drammatica, soprattutto a Parma e Piacenza, luoghi da allerta rossa. Nel parmense un uomo risulta disperso, due ponti sono crollati, la piena del torrente Baganza ha obbligato gli studenti a blindarsi nelle scuole. Ore da fiato sospeso, tirato solo da previsioni meteo più clementi, almeno per la giornata di oggi. Mentre si guardano i bollettini di Arpae con apprensione, Legambiente torna a sottolineare l’importanza di ripensare il territorio sulla base dei cambiamenti climatici in corso. L’Emilia-Romagna nonostante gli sforzi si fa trovare impreparata; il consumo di suolo nel 2022 è diminuito rispetto all’anno precedente, ma ha visto sfumare comunque 635 ettari di terreno, che la rendono quarta in Italia; una classifica negativa, dal momento in cui il consumo dovrebbe essere zero. Piacenza, Bologna, Parma e Modena sono state le provincie ad avere consumato più suolo, soprattutto per fare posto alla logistica. Secondo Legambiente è necessario rivedere il paradigma, adeguando le attività umane al territorio e non viceversa.