Parte domenica 31 marzo la stagione della pesca sportiva nei corsi d’acqua di montagna che si concluderà in ottobre, mentre in pianura e collina è consentita tutto l’anno ma con regolamentazioni; complessivamente nel modenese l’attività coinvolge oltre nove mila pescatori e in questi giorni, la polizia provinciale, in accordo con la Regione Emilia-Romagna, ha rilasciato esemplari di trote nei corsi d’acqua del territorio dell’alto Appennino modenese.
Nel calendario sono elencate, tra l’altro, le zona a “rilascio obbligatorio” come quella, introdotta nel 2022, nel torrente Ospitale a Fanano, lunga circa un chilometro, in un tratto particolarmente suggestivo che scorre a fianco del sentiero storico della Romea nonantolana.
Tra le altre zone attivate per questo tipo di pesca figurano quelle sul Panaro dalla confluenza con il Rio Benedello a Guiglia al ponte di Casona di Marano, sullo Scoltenna tra il ponte di Prugneto e il ponte di Olina tra i territori di Montecreto, Pavullo e Sestola.
Nel provvedimento sono elencate anche tutte le specie a rischio per le quali sono previste forti limitazioni alla cattura, i divieti, le zone di protezione integrale e a regolamentazione speciale, comprese appunto le zone “non kill”. Con la legge di riordino, alle Province, in materia di pesca, come per la caccia, è rimasta l’attività di vigilanza e l’applicazione delle sanzioni amministrative, in coordinamento con le associazioni dei volontari.
Per tutti gli adempimenti amministrativi i pescatori fanno riferimento alla Regione Emilia-Romagna.