È nata in auto, mentre i genitori, da Finale Emilia, cercavano in tutta fretta di raggiungere il Policlinico di Modena. È un miracolo la nascita della piccola Teresa, ma poteva essere una tragedia. Ne è consapevole la mamma Giuditta, di 35 anni, dimessa oggi dall’ospedale modenese dopo tutti gli accertamenti del caso. La nascita della piccola Teresa, terzogenita di Giuditta, era attesa per il 18 agosto, ma già lunedì la donna ha iniziato a sentire delle contrazioni e ha deciso di mettersi in auto con il marito Dario per raggiungere l’ospedale modenese per un controllo. Una scelta obbligata dopo la chiusura del punto nascita a Mirandola. Durante il viaggio, la rottura delle acque. Nella frazione di Gorghetto di Bomporto, sulla Panaria Bassa, Giuditta ha chiesto al marito di fermarsi, di accostare la loro vecchia Picasso in una piazzola a bordo strada. La coppia chiama il 118, i primi ad arrivare sono i volontari della Croce Blu, mentre Teresa stava già uscendo. Solo grazie alle capacità della volontaria tutto è andato per il meglio. La mamma è stata caricata sull’ambulanza, nel tragitto hanno incontrato un’automedica e solo lì un medico è riuscito a vedere Giuditta e la bambina. Una storia a lieto fine, un viaggio di gioia ma anche di tanta paura perché il rischio che qualcosa andasse storto e compromettesse la salute di mamma e figlia era altissimo. Inevitabilmente la storia, oltre a raccontare la gioia di una famiglia che si allarga torna ad accendere i riflettori sulla chiusura dei punti nascita in provincia. Giuditta ha dovuto affrontare un viaggio di circa un’ora per arrivare in ospedale a Modena da Finale Emilia. Se non fosse stato chiuso, si sarebbe recata al punto nascita di Mirandola
PAURA E LIETO FINE, FAMIGLIA NON RAGGIUNGE IL POLICLINICO: PARTO SULL’AUTO
Partita da Finale, non è riuscita a raggiungere il Policlinico di Modena e ha partorito in auto. Questa la storia di Giuditta e della piccola Teresa che riaccende i fari sulla chiusura dei punti nascita