Si chiude un altro capitolo legato al terremoto del 2012. La Corte d’ Appello di Bologna ha confermato l’assoluzione in primo grado per l’ex sindaco di Cavezzo Stefano Draghetti e tre vigili del fuoco del comando di Belluno, finiti nella bufera a causa della demolizione di Palazzo Paltrinieri. L’edificio storico era stato abbattuto completamente dopo che il sisma lo aveva danneggiato, senza che i proprietari ne venissero informati. I lavori partirono dopo che Draghetti firmò l’ordinanza per la sua demolizione e di quell’edificio non rimase nulla. Secondo l’accusa e la famiglia proprietaria però, l’edificio era recuperabile, nonostante i gravi danni subiti. Il ricorso nacque sulla base di una perizia effettuata privatamente. La Procura aveva chiesto 10 mesi per l’ex sindaco e pene dagli 8 ai 9 mesi per i vigili del fuoco coinvolti. Nel 2019 in primo grado il giudice non ravvisò tuttavia colpe né tra gli uomini del 115 che materialmente abbatterono l’edificio, né tra le coperture burocratiche che il Comune diede per giustificare l’operazione. Ora anche in secondo grado l’assoluzione è stata confermata. La demolizione del palazzo avvenne la mattina del 7 giugno a distanza di poco più di una settimana dalla seconda scossa di terremoto.
PALAZZO PALTRINIERI, ARRIVA L’ASSOLUZIONE: LA DEMOLIZIONE NON FU UN REATO
La Corte d’Appello di Bologna ha confermato l’assoluzione in primo grado di tutte le persone coinvolte nell’abbattimento dello storico Palazzo Paltrinieri, demolito a seguito dei danneggiamenti provocati dal sisma del 2012