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Lotta allo spaccio


Sul mercato avrebbe fruttato 150mila euro

In autostrada con 15 kg di hashish Maxi-sequestro della PolStrada


Arrestato un 30enne di Torino

Maxi-sequestro di hashish ieri pomeriggio in autostrada: in manette è finito un 30enne torinese. Erano circa le 15 quando una pattuglia della Polizia Stradale di Modena Nord ha fermato per un normale controllo una Fiat Punto poco dopo il casello. Il giovane alla guida aveva un atteggiamento particolarmente nervoso e forniva risposte evasive alle domande degli agenti, che per questo hanno chiesto l’intervento di un secondo equipaggio per poter svolgere accertamenti più accurati. La perquisizione personale non ha dato esito positivo, ma quando gli agenti della Polstrada hanno aperto il bagagliaio hanno trovato la ‘sorpresa’. Dentro una borsa di tela i poliziotti hanno trovato nove involucri avvolti da carta di colore verde chiaro e tre pacchetti avvolti da cellophane: all’interno c’erano ben 15 chili di hashish. Si stima che la sostanza sequestrata abbia un valore sul mercato di 150mila euro. I1 soggetto, proprietario del veicolo, condotto presso la Caserma della Sottosezione di Modena Nord, è stato arrestato e, alla conclusione degli atti di rito, portato al Sant’Anna. Gli agenti hanno infine sequestrato l’ingente quantitativo di sostanza stupefacente, comunicando il tutto all’Autorità Giudiziaria. In base alle novità di ieri, con la pronuncia della Consulta che ha bocciato la legge Fini-Giovanardi, il ragazzo rischierebbe fino a 6 anni di carcere, e non più fino a 20 come prima.

Così Forza Italia si prepara al collasso della maggioranza


Sei i due galletti Dem si faranno fuori l’un l’altro il Cavaliere avrà campo libero

Forza Italia assiste al rumore degli scricchiolii del governo senza intervenire. Meglio stare a vedere come e quanto si scanneranno tra di loro nel Pd, poi una volta fatta la resa si interviene. Silvio Berlusconi ieri è tornato a Roma e da palazzo Grazioli ha osservato, in silenzio, l’evoluzione dello scenario politico. Il Cavaliere, che dovrebbe chiudere presto la campagna elettorale di Ugo Cappellacci in Sardegna, ha fatto rientro nella capitale ieri mattina e molto probabilmente vedrà senatori e deputati di Forza Italia già oggi in giornata. L’incontro è stato richiesto a gran voce martedì nel corso dell’assemblea dei deputati azzurri, che si è tenuta a Montecitorio, proprio per avere direttive precise e chiare sulla posizione del partito nell’eventualità che si materializzi l’ipotesi staffetta tra Letta e Renzi. Secondo quanto riferito, il presidente non è contrario ad alcuno scenario possibile. Per Berlusconi, che Letta galleggi a capo del governo o che Renzi lo sgambetti, non cambierebbe nulla nel partito. Entrambi sopravviverebbero il tempo per fare le riforme, a cui Berlusconi non intende rinunciare, sottolineano alcuni parlamentari, con la possibilità che il «rottamatore» esca di scena da solo, lasciando campo libero al ritorno in grande stile del Cavaliere.L’ipotesi della staffetta è stata esclusa da Letta, ma oggi la partita si riapre completamente in Direzione Pd, quando Matteo Renzi controbatterà alla conferenza stampa del premier. Il sindaco ha messo tutti a tacere: «Parlerò in Direzione», ha detto ieri. Il presidente della Repubblica – assente giustificato – ci aveva lasciato smentendo qualunque ipotesi di sciogliere le camere. Il fatto è che forse non ci sarà bisogno del suo intervento diretto. Se Letta non molla e Renzi nemmeno saranno i numeri a contare. E Letta ha bisogno di numeri anche fuori del Pd per sopravvivere da premier. A questo punto il peso relativo di Forza Italia diventa importante.

Direzione Pd: il segretario studia il colpo di coda


Oggi il confronto in casa che potrebbe portare alla rottura definitiva

Governo in tilt. Il faccia a faccia tra il segretario del Pd Matteo Renzi e il presidente del Consiglio Enrico Letta di ieri mattina a palazzo Chigi aveva prodotto un nulla di fatto, in attesa che proprio il premier presentasse in serata il suo patto di governo – battezzato «Impegno Italia» – in conferenza stampa. Portare «Impegno Italia» in Parlamento e chiedere la fiducia, dopo avere convinto Renzi con gli argomenti presenti nel patto di coalizione: questo, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari, sarebbe il piano del premier che, viene riferito, «non ha nessuna intenzione di mollare, anzi vuole andare avanti». Un atteggiamento che ha confermato e mostrato anche davanti ai giornalisti. Sul fronte opposto si conoscono le opinioni del sindaco di Firenze che era già stato chiaro martedì: «Le pile del governo sono scariche – dichiarava – o le ricarichiamo o le cambiamo». Un gioco di metafore che manda però un messaggio preciso al premier: o ci proponi un percorso condiviso oppure lasci la poltrona. Un incontro, quello tra Renzi e Letta, a porte chiuse e inizialmente senza dichiarazioni spontanee, ma che prende dimensione nelle indiscrezioni degli altri big del Pd. «Ora si va alla guerra», dichiara uno dei più stretti collaboratori di Enrico Letta. Il presidente del Consiglio non molla e punta ad andare avanti con la fiducia del Parlamento su una nuova squadra e un nuovo programma. Si profila allora un vero e proprio scontro in casa Pd che culminerà oggi, con la Direzione nazionale che sarà trasmessa in streaming. Secondo quanto appreso dal Corriere della Sera Matteo Renzi è altrettanto deciso a non fare passare la proposta di Letta, anzi avrebbe già pronta una squadra di ministri per il prossimo governo. Se confermato la partita si giocherà tutta in Parlamento, dove Letta – riportano le agenzie di stampa – sarebbe pronto a chiedere la fiducia già lunedì. Tra i due leader democratici oggi in direzione si preannuncia una dura battaglia. Botte da orbi. C’era chi si aspettava un cambio di passo, chi chiedeva un atto di coraggio, una svolta oppure un passo indietro. Niente da fare. Ma il serafico Letta conosce poco il testardo Renzi. Per il sindaco il posto a palazzo Chigi ormai è una ossessione.

Resa dei conti


Il governo a un bivio

Letta, il nuovo patto e la sfida a Renzi


Il premier: se qualcuno vuole il mio posto lo dica apertamente Le tappe di «Impegno Italia»: riforme poi compito terminato

Ostenta sicurezza. Non tanto con la proverbiale calma dei forti quanto il sorriso che copre uno sfogo che vorrebbe celarsi. Enrico Letta risponde su tutto. «L’aggiustamento non è sufficiente, bisogna tenere conto di quanto accaduto in tutti questi mesi: un governo nato con Berlusconi, con Scelta Civica unita e senza Renzi segretario». Così il premier nel corso della conferenza stampa di presentazione di «Impegno Italia», la proposta di patto di coalizione tra i partiti che sostengono il governo, a palazzo Chigi, respinge l’ipotesi di un rimpasto di governo. «Non ho perso tempo», spiega poi, e anche se c’è stato un ritardo «non è colpa mia». Il presidente del Consiglio non vuole lasciare la poltrona a Matteo Renzi e ci si incolla. E proprio al segretario del Pd lancia una stoccata: «Le dimissioni non si danno per dicerie, bisogna giocare a carte scoperte, soprattutto chi vuole venire qui al posto mio». Poi le tappe: «La data del termine di ‘Impegno Italia’ – spiega – è legata al completamento delle riforme. Quando avremo fatto legge elettorale, riformato il Senato e il titolo V della Costituzione, allora sarà terminato il lavoro».

Uffici giudiziari, da Roma arrivano rassicurazioni


Il ministero della Giustizia «sta vagliando alcune soluzioni per rafforzare gli organici della magistratura e del personale amministrativo degli uffici giudiziari modenesi». La rassicurazione, racconta una nota del Pd di Modena, è arrivata nel corso di un incontro con il Guardasigilli Anna Maria Cancellieri a cui hanno partecipato, tra gli altri, i deputati modenesi del Pd Davide Baruffi, Edoardo Patriarca e Matteo Richetti. «Il ministro ha dimostrato di conoscere Modena e le difficoltà che stiamo attraversando su più fronti – spiegano Baruffi, Patriarca e Richetti – riconoscendo la fondatezza dei problemi posti e la necessità di trovare risposte adeguate. Ci sono state prospettate diverse strade e soluzioni possibili che il Ministero sta ora vagliando sia per rafforzare gli organici della magistratura, sia quelli conseguenti del personale amministrativo». L’incontro con Cancellieri si è tenuto nel tardo pomeriggio di ieri. C’erano anche il senatore Carlo Giovanardi di Ncd e Vittorio Ferraresi del M5s. Sul tavolo, gli organici degli uffici giudiziari, sia dei magistrati di Tribunale e Procura, sia per il resto del personale amministrativo.

Fiamme Gialle in azione


Le indagini nate da decine di esposti

La strana storia della donna che confessa il tradimento


Di storie curiose, o bizzarre, ne è pieno il mondo. E questa non è da meno. Parliamo dello strano caso pubblicato sul Corriere della Sera e rilanciato ieri da varie testate online. La ‘protagonista’ è una modenese che ad un certo punto della sua vita si rivolge ad una clinica medica per alcuni accertamenti e ne esce con una diagnosi: «Signora, lei è incinta». Una di quelle frasi che milioni di donne aspettano con ansia di sentirsi dire. Non lei, che aveva qualche difficoltà a dirlo al proprio compagno. In una versione della storia l’uomo sarebbe sterile, mentre in altre non avrebbe rapporti sessuali da mesi con la donna. Fatto sta che, evidentemente, in entrambi i casi non può essere lui il padre di quel bambino. E così parte la lite furibonda, con tanto di piatti che volano (si fa per dire) eccetera, eccetera. Insomma, la modenese si trova da sola con un bebè in arrivo. Anzi, sola e basta, perché ad un’altra visita di controllo scopre che non è incinta, e non lo è mai stata. Si rivolge così ad un avvocato che intenta causa alla clinica medica che le aveva fatto credere di essere incinta, scatenando così la reazione a catena. La fine della (strana) storia è che, grazie ad un accordo extragiudiziale, la donna ottiene 15mila euro di risarcimento. Soldi, al posto di un fidanzato e un bebè.

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