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mercoledì, Luglio 3, 2024
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Animalisti alla riscossa


Sabato i manifestanti partiranno dall’ex campo

Un San Valentino… al buio con ‘Mi illumino di meno’


Un San Valentino così non l’avete mai visto. E chissà che non contribuisca a rendere ancora più romantica l’atmosfera. Anche il Comune di Carpi infatti aderisce all’iniziativa Mi illumino di meno, promossa per domani, venerdì 14 febbraio, dalla trasmissione radiofonica Caterpillar di Radio Due Rai per il decimo anno consecutivo. E lo farà con lo spegnimento dalle ore 18.30 dell’illuminazione pubblica in alcune aree del centro città, in particolare Piazza dei Martiri, al fine di attirare l’attenzione sui temi del consumo consapevole e razionale dell’energia e sensibilizzare la cittadinanza su questi argomenti. In questa giornata dedicata al Risparmio energetico: l’illuminazione si riaccenderà solo alle ore 19.30. L’assessorato all’Ambiente invita i cittadini a partecipare a questa iniziativa, spegnendo per 60 minuti le luci e i dispositivi elettrici non indispensabili della propria abitazione o della propria azienda.

Disoccupato? Ecco come cercare lavoro


Un ringraziamento e una ‘bacchettata’. Ad averli in serbo è il Conapo, sindacato dei Vigili del Fuoco, rispettivamente per l’onorevole carpigiana del Pd Manuela Ghizzoni e per la Cgil: la questione è quella del distaccamento di Carpi, a rischio tagli di organico e mezzi. «Ringraziamo sentitamente ancora una volta l’onorevole Ghizzoni – scrive in una nota il Conapo – per il pronto interessamento che ha mostrato, come già in altre occasioni, nei nostri confronti, nel merito del depotenziamento del distaccamento di Carpi in conseguenza dell’imminente revisione del dispositivo di soccorso voluto dal Ministero, il quale adesso ci auguriamo che presti fede alle rassicuranti dichiarazioni fatte. Va sottolineato però che senza le rimostranze di Conapo, Cisl e Uil nessuno sarebbe potuto intervenire in questa vicenda anche solo per la mancanza di conoscenza della proposta di revisione di tale dispositivo. Pertanto le discutibili dichiarazioni del rappresentante Vincenzo Santoro della funzione pubblica che ritiene ‘Un allarme ingiustificato’ quello lanciato da noi e da Cisl e Uil sono del tutto fuori luogo. Inoltre dobbiamo constatare che il signor Santoro non essendo parte integrante del soccorso come i sottoscritti segretari provinciali, probabilmente non ha una corretta conoscenza dei numeri del personale operativo del Dist. Carpi. Infatti adesso sono presenti 36 effettivi e non 42 come sostenuto da Santoro, ma sarebbe bastato recarsi presso il Comando di Modena per verificarne il numero corretto».

Lotta allo spaccio


Sul mercato avrebbe fruttato 150mila euro

In autostrada con 15 kg di hashish Maxi-sequestro della PolStrada


Arrestato un 30enne di Torino

Maxi-sequestro di hashish ieri pomeriggio in autostrada: in manette è finito un 30enne torinese. Erano circa le 15 quando una pattuglia della Polizia Stradale di Modena Nord ha fermato per un normale controllo una Fiat Punto poco dopo il casello. Il giovane alla guida aveva un atteggiamento particolarmente nervoso e forniva risposte evasive alle domande degli agenti, che per questo hanno chiesto l’intervento di un secondo equipaggio per poter svolgere accertamenti più accurati. La perquisizione personale non ha dato esito positivo, ma quando gli agenti della Polstrada hanno aperto il bagagliaio hanno trovato la ‘sorpresa’. Dentro una borsa di tela i poliziotti hanno trovato nove involucri avvolti da carta di colore verde chiaro e tre pacchetti avvolti da cellophane: all’interno c’erano ben 15 chili di hashish. Si stima che la sostanza sequestrata abbia un valore sul mercato di 150mila euro. I1 soggetto, proprietario del veicolo, condotto presso la Caserma della Sottosezione di Modena Nord, è stato arrestato e, alla conclusione degli atti di rito, portato al Sant’Anna. Gli agenti hanno infine sequestrato l’ingente quantitativo di sostanza stupefacente, comunicando il tutto all’Autorità Giudiziaria. In base alle novità di ieri, con la pronuncia della Consulta che ha bocciato la legge Fini-Giovanardi, il ragazzo rischierebbe fino a 6 anni di carcere, e non più fino a 20 come prima.

Così Forza Italia si prepara al collasso della maggioranza


Sei i due galletti Dem si faranno fuori l’un l’altro il Cavaliere avrà campo libero

Forza Italia assiste al rumore degli scricchiolii del governo senza intervenire. Meglio stare a vedere come e quanto si scanneranno tra di loro nel Pd, poi una volta fatta la resa si interviene. Silvio Berlusconi ieri è tornato a Roma e da palazzo Grazioli ha osservato, in silenzio, l’evoluzione dello scenario politico. Il Cavaliere, che dovrebbe chiudere presto la campagna elettorale di Ugo Cappellacci in Sardegna, ha fatto rientro nella capitale ieri mattina e molto probabilmente vedrà senatori e deputati di Forza Italia già oggi in giornata. L’incontro è stato richiesto a gran voce martedì nel corso dell’assemblea dei deputati azzurri, che si è tenuta a Montecitorio, proprio per avere direttive precise e chiare sulla posizione del partito nell’eventualità che si materializzi l’ipotesi staffetta tra Letta e Renzi. Secondo quanto riferito, il presidente non è contrario ad alcuno scenario possibile. Per Berlusconi, che Letta galleggi a capo del governo o che Renzi lo sgambetti, non cambierebbe nulla nel partito. Entrambi sopravviverebbero il tempo per fare le riforme, a cui Berlusconi non intende rinunciare, sottolineano alcuni parlamentari, con la possibilità che il «rottamatore» esca di scena da solo, lasciando campo libero al ritorno in grande stile del Cavaliere.L’ipotesi della staffetta è stata esclusa da Letta, ma oggi la partita si riapre completamente in Direzione Pd, quando Matteo Renzi controbatterà alla conferenza stampa del premier. Il sindaco ha messo tutti a tacere: «Parlerò in Direzione», ha detto ieri. Il presidente della Repubblica – assente giustificato – ci aveva lasciato smentendo qualunque ipotesi di sciogliere le camere. Il fatto è che forse non ci sarà bisogno del suo intervento diretto. Se Letta non molla e Renzi nemmeno saranno i numeri a contare. E Letta ha bisogno di numeri anche fuori del Pd per sopravvivere da premier. A questo punto il peso relativo di Forza Italia diventa importante.

Direzione Pd: il segretario studia il colpo di coda


Oggi il confronto in casa che potrebbe portare alla rottura definitiva

Governo in tilt. Il faccia a faccia tra il segretario del Pd Matteo Renzi e il presidente del Consiglio Enrico Letta di ieri mattina a palazzo Chigi aveva prodotto un nulla di fatto, in attesa che proprio il premier presentasse in serata il suo patto di governo – battezzato «Impegno Italia» – in conferenza stampa. Portare «Impegno Italia» in Parlamento e chiedere la fiducia, dopo avere convinto Renzi con gli argomenti presenti nel patto di coalizione: questo, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari, sarebbe il piano del premier che, viene riferito, «non ha nessuna intenzione di mollare, anzi vuole andare avanti». Un atteggiamento che ha confermato e mostrato anche davanti ai giornalisti. Sul fronte opposto si conoscono le opinioni del sindaco di Firenze che era già stato chiaro martedì: «Le pile del governo sono scariche – dichiarava – o le ricarichiamo o le cambiamo». Un gioco di metafore che manda però un messaggio preciso al premier: o ci proponi un percorso condiviso oppure lasci la poltrona. Un incontro, quello tra Renzi e Letta, a porte chiuse e inizialmente senza dichiarazioni spontanee, ma che prende dimensione nelle indiscrezioni degli altri big del Pd. «Ora si va alla guerra», dichiara uno dei più stretti collaboratori di Enrico Letta. Il presidente del Consiglio non molla e punta ad andare avanti con la fiducia del Parlamento su una nuova squadra e un nuovo programma. Si profila allora un vero e proprio scontro in casa Pd che culminerà oggi, con la Direzione nazionale che sarà trasmessa in streaming. Secondo quanto appreso dal Corriere della Sera Matteo Renzi è altrettanto deciso a non fare passare la proposta di Letta, anzi avrebbe già pronta una squadra di ministri per il prossimo governo. Se confermato la partita si giocherà tutta in Parlamento, dove Letta – riportano le agenzie di stampa – sarebbe pronto a chiedere la fiducia già lunedì. Tra i due leader democratici oggi in direzione si preannuncia una dura battaglia. Botte da orbi. C’era chi si aspettava un cambio di passo, chi chiedeva un atto di coraggio, una svolta oppure un passo indietro. Niente da fare. Ma il serafico Letta conosce poco il testardo Renzi. Per il sindaco il posto a palazzo Chigi ormai è una ossessione.

Resa dei conti


Il governo a un bivio

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