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Salini Impregilo, è vicina la soluzione su Panama


L’Autorità del Canale di Panama (Acp) ha trovato un accordo preliminari con il consorzio di imprese Gupc, guidato dalla spagnola Sacyr e dall’italiana Salini Impregilo, sui costi supplementari che sarebbero necessari per completare l’ampliamento della famosa opera. Lo ha riferito il presidente della stessa Acp, Jorge Quijano, precisando tuttavia che, senza un accordo definitivo entro questa settimana, l’authority potrebbe decidere di stracciare il contratto. Una delle cose più importanti, ora, è capire se la compagnia assicurativa Zurich American, in possesso di una fideiussione di almeno 450 milioni di dollari, circa 333 milioni di euro, avrà un ruolo nel finanziamento dell’ultima fase del progetto. «Zurich non ha ancora detto l’ultima parola, ma noi sappiamo che ha la volontà di farlo», ha dichiarato Quijano. Il consorzio Gupc, di cui fanno parte pure l’impresa belga Jan De Nul e la locale Constructora Urbana, aveva vinto l’appalto con un progetto da 3,1 miliardi di dollari totali. Completato il 70% dei lavori, questi erano stati bloccati, dopo che si erano arenate le trattative su una richiesta, per terminare l’opera, di ulteriori fondi per 1,6 miliardi di dollari. Quijano, in un primo tempo, voleva però che i termini del contratto fossero rispettati. Tuttora, secondo l’Acp, alla porta ci sono altri gruppi che si sarebbero fatti avanti per eseguire il restante 30% dell’allargamento del Canale. Ieri il presidente dell’autorità, senza fornire dettagli, ha spiegato che «abbiamo avuto accordi di principio su alcune delle questioni», ma «abbiamo ancora alcuni nodi da sciogliere sul tavolo, stiamo lavorando in questa direzione». Tuttavia, appunto, «questo non significa che non abbiamo abbandonato l’idea di avocare i lavori, anzi ci stiamo preparando ogni giorno di più all’ipotesi di farcene noi stessi carico». Alla Borsa di Milano, comunque, le notizie di ieri sono bastate per premiare con un rialzo dell’1,8% il titolo di Salini Impregilo, che ha chiuso a 4,52 euro per azione. Nato dalla fusione tra un ex grande costruttore romano e lo storico colosso tricolore delle grandi opere, nei nove mesi da gennaio a settembre del 2013 il gruppo presieduto da Claudio Costamagna, già manager di Goldman Sachs, ha visto 1,73 miliardi di euro di ricavi e 136,5 milioni di utile netto.

Fondo europeo salva-banche, Herr Mario ha fretta


«Troppi 10 anni. E serve un solido paracadute pubblico»

L’asta dei Bot fa scendere lo spread sotto quota 200


Il Tesoro ha collocato ieri mattina 8 miliardi di euro in Bot annuali, con un tasso di interesse ai minimi dall’introduzione dell’euro. Il rendimento si è attestato allo 0,676%, in flessione rispetto allo 0,735% registrato nell’asta del 10 gennaio. I titoli venduti corrispondono al massimo della forchetta dell’offerta. La domanda, anzi, è stata pari a 1,63 volte l’importo proposto, contro l’1,45 del collocamento precedente. Dal successo dell’asta di Bot annuali, arrivato nonostante la sostanziale crisi di governo e le divergenze tra Enrico Letta e Matteo Renzi, hanno tratto beneficio tutti i titoli di Stato tricolori. In particolare, già prima di mezzogiorno il differenziale tra il Btp decennale e il Bund tedesco è scivolato a 197 punti base, il minimo assoluto dall’introduzione dell’euro. Il rendimento del decennale italiano sul mercato secondario è in sostanza arretrato al 3,66%, il nuovo punto più basso dal 2006. In chiusura delle contrattazioni, poi, il ritorno dello spread a quota 202, contro i 194 dei Bonos iberici di pari durata. E non è finita. Perché il successo del collocamento effettuato ieri dal Tesoro ha galvanizzato pure Piazza Affari (vedere articolo e grafici a pagina 26). La cui crescita, in ogni caso, ha anche un sapore americano.

Sistemato l’argine del Minutara Borghi: «Servono interventi urgenti»


Con i suoi post su Facebook il sindaco di Bomporto, Alberto Borghi, è diventato uno degli eroi del post-alluvione: tra rassicurazioni, consigli e un confronto costante coi cittadini. E in uno dei suoi ultimi interventi sul social network, ribadisce la necessità di un intervento immediato per ripristinare le arginature maggiormente colpite. «Questa ennesima piccola piena ha evidenziato come il sistema dei cavi delle casse di espansione del Naviglio, fortemente compromessi dall’alluvione dello scorso 19 gennaio, siano diventati il punto debole. Dopo nostra segnalazione – sottolinea il primo cittadino di Bomporto – Aipo ha provveduto a sistemare due situazioni di criticità sull’argine esterno del Minutara lato Villavara. Il tempo dovrebbe dare una tregua di diversi giorni. Asciugati un po’ gli argini sarà fondamentale iniziare il ripristino di tutte le arginature, a questo proposito la Regione sta predisponendo piano di intervento».

Dalla Regione via libera al monitoraggio


E’ stato affidato a una delle commissioni permanenti in Regione il compito di effettuare, «in maniera continuativa», le attività di analisi, approfondimento e monitoraggio sull’area in questione, «con gli strumenti che il Regolamento mette a disposizione per l’attività delle commissioni». Lo ha deciso l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, dando unanimamente il via libera alla mozione a firma Donini (Fds), successivamente appoggiata anche da Manfredini (Lega nord), tra i promotori nei giorni scorsi dell’idea di un intergruppo consiliare. In pratica si amplieranno le deleghe di una delle commissioni assembleari permanenti, aggiungendo ad esse il tema della ricostruzione nelle zone colpite della Bassa modenese.

Cessata la fase di preallarme Resta chiusa via Ponte Nuovo


La piena del Secchia e del Panaro è uscita dal territorio modenese senza fare danni. I livelli dei fiumi sono in calo, anche se restano alti, sia a Concordia, per quanto riguarda il Secchia, che a Finale Emilia per il Panaro. Visto il miglioramento delle condizioni meteo, la Protezione civile regionale ha annunciato il cessato allarme. Riaperti i ponti Alto e Uccellino, mentre oggi resterà chiusa al traffico oggi e domani via Ponte Nuovo, strada che collega via Canaletto alla frazione di Albareto. Il proseguimento della chiusura si è reso necessario perché i danni subito dal tratto di fosso che porta verso il cavo Levata le acque che ristagnano nei campi di San Matteo sono molto più gravi del previsto. Gli scavi hanno evidenziato la completa rottura di una trentina di metri del tubo collettore in calcestruzzo. In particolare sul Secchia prosegue il monitoraggio degli argini da parte di Aipo e dei volontari di Protezione civile mentre la situazione su tutti i corsi d’acqua principali è tenuta costantemente sotto controllo da parte della sala operativa del Centro unificato di Protezione civile di Marzaglia. Oggi intanto riaprono tutte le scuole. Da Concordia il Comune fa sapere che «stante il regolarizzarsi della situazione del fiume Secchia si conferma la regolare apertura del nido d’infanzia, della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di I° grado». Stessa decisione a Cavezzo, San Possidonio, Novi e Rovereto.

«Rimango per senso di responsabilità» Ma Aipo pensa già al dopo-Fortunato


Avviate le procedure per la selezione del nuovo direttore

Commissione scientifica al lavoro: «Garantiamo massimo rigore»


Aveva cercato di aggiustare il tiro sulle nutrie dopo giorni di critiche e facili ironie sul web. «Mai detto che è tutta colpa loro. Sono soltanto una delle cause». Da più parti chiedono la sua testa: comitati, politici e associazioni, compreso il presidente di Confindustria, Pietro Ferrari. Ma Luigi Fortunato, direttore di Aipo con uno stipendio annuo di 219mila euro, non sembra intenzionato a farsi da parte. Il suo mandato scadrà a maggio e prima di allora resterà saldamente in sella. «Dal 19 gennaio scorso ho dedicato ogni mia energia nelle azioni di risposta di Aipo a una situazione drammatica e imprevedibile – scrive Fortunato in una lettera -. Era ed è infatti mio dovere indirizzare e sostenere la struttura dell’Agenzia, che è stata ed è tuttora impegnata in uno sforzo eccezionale. Un evento come la rotta del Secchia non poteva che provocare critiche anche molto aspre: mentre attendiamo le conclusioni della Commissione scientifica incaricata dalla Regione su designazioni delle Università, siamo sempre disponibili ad ogni confronto costruttivo, in primis con le amministrazioni locali e i cittadini». Nella missiva-sfogo Fortunato difende a spada tratta l’agenzia: «Non capiamo invece quale utilità e significato abbiano i tentativi di screditare Aipo in quanto tale, che oltre tutto feriscono la dignità di chi ci lavora. L’Agenzia è ente strumentale delle quattro Regioni padane (in virtù di leggi regionali approvate poco più di dieci anni fa dai rispettivi Consigli), ha in gestione 3.900 km di reticolo idrografico in tutto il bacino del Po e ha realizzato e realizza con professionalità opere per la difesa idraulica attiva e passiva, ne controlla l’efficienza, attua gli interventi di manutenzione e somma urgenza». Infine, il riferimento all’ipotesi dimissioni: «Circa sei anni fa mi è stata richiesta la disponibilità per l’incarico che attualmente ricopro e nel maggio scorso, alla sua scadenza, mi è stato chiesto di rimanere per un altro anno: il mio mandato scade quindi alla fine del prossimo maggio. Ritengo che il miglior segnale che si possa dare in una situazione di emergenza e difficoltà non sia la fuga ma il rimanere responsabilmente al proprio posto e compiere sino in fondo il proprio dovere». Una difesa tout court a cui, però, la stessa Aipo ha fatto seguire un secondo comunicato in cui ha annunciato l’avvio delle procedure per la ricerca di un nuovo direttore. Insomma, Fortunato non si muove, ma non ci saranno ulteriori proroghe. «La selezione – garantisce Aipo nella nota – avverrà con modalità di evidenza pubblica tali da garantire la massima trasparenza, e grande importanza verrà data alla preparazione ed alla competenza, al fine di poter garantire il miglior funzionamento dell’Agenzia».

Problema sicurezza in Appennino Il Prefetto: rafforzeremo il presidio


C’erano anche i sindaci di Pavullo, Fanano, Palagano, Polinago, Serramazzoni e Pievepelago all’incontro di ieri con il prefetto di Modena per discutere di sicurezza nelle zone dell’Appennino. Il rappresentante del governo ha promesso di «rafforzare l’azione di presidio del territorio» e una più incisiva attività investigativa per reprimere le azioni criminali. Nel corso dell’incontro con il Prefetto, Michele di Bari, nell’ambito del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica al quale, è stata effettuata una valutazione ad ampio raggio della situazione della sicurezza «anche alla luce – riferisce la prefettura – di recenti episodi criminosi che hanno suscitato allarme tra i residenti in un’area che, per la sua vasta estensione territoriale e per la sua bassa densità abitativa, richiede, comunque, un attento controllo». I sindaci hanno manifestato un vivo, unanime e sentito apprezzamento nei confronti delle forze di polizia dello Stato ed in particolare dell’Arma dei Carabinieri per l’azione di contrasto ai reati predatori, che seppur in calo, destano allarme sociale in un territorio tradizionalmente in larga parte estraneo forme di illegalità.Gli Amministratori locali hanno, inoltre, evidenziato l’ottima collaborazione tra le Forze dell’Ordine ed il Corpo Unico di Polizia Municipale e la sperimentata validità dei sistemi di video sorveglianza dei quali in alcuni Centri, è in programma l’implementazione. «Il Prefetto – riferisce la nota dell’ufficio del governo – nel sottolineare che, l’attenzione da parte degli Amministratori locali per i temi della sicurezza, emersa nell’incontro, rappresenta la base per mantenere intatti i risultati positivi conseguiti grazie all’impegno di tutte le componenti Istituzionali, ha assicurato un rafforzamento dell’azione di presidio del territorio ed una più incisiva attività investigativa orientata a reprimere manifestazioni criminali ma, soprattutto, a restituire ai cittadini la necessaria serenità e un buon livello di qualità della vita attenuando il senso di insicurezza che determinati episodi tendono ad attenuare». La questione di una forma di maggiore sicurezza avvertita dalla cittadinanza, era stata segnalata nelle settimane scorse anche da alcuni consiglieri comunali. A Serramazzoni infatti era stato fatto presente alla giunta il problema di alcuni furti e altri reati al patrimonio, che destavano preoccupazione fra i cittadini. L’incontro con il prefetto è stata quindi l’occasione per rassicurare i residenti dell’Appennino.

Consolidamento del ponte di Olina Il Comune stanzia trentamila euro


PAVULLO – A seguito di un’interrogazione presentata da Primo Manni, capogruppo della lista di maggioranza “Il Ponte”, l’amministrazione ha predisposto un primo progetto di massima per il consolidamento e la messa in sicurezza dello storico Ponte di Olina, manufatto risalente al 1522, che unisce le due sponde del torrente Scoltenna fra i comuni di Pavullo e di Montecreto. Contestualmente, l’amministrazione ha previsto nel piano degli investimenti per il 2014, uno stanziamento di 30.000 euro, confidando anche nella partecipazione sia del Comune di Montecreto, sia di altri enti e fondazioni al restauro dell’opera, per la quale si presume un costo di circa 100.000 euro. La salvaguardia del ponte, è stata oggetto di numerosi interventi politici e giornalistici ed è un obiettivo fondamentale per l’amministrazione pavullese. Per questo è stata indirizzata alla Provincia di Modena una segnalazione con la proposta di un finanziamento sugli interventi di tipo culturale. L’ultima consistente opera di manutenzione, è avvenuta nel 2011, quando, grazie a un finanziamento regionale, si è ripristinata la traversa sul torrente, distrutta dalla piena del 2009, rinforzando le fondazioni delle spalle. Alla fine di ottobre del 2013, si sono però verificati cedimenti sul muro e su un tratto del parapetto sulla sponda destra, con il crollo di una porzione del muro. Occorrono quindi interventi urgenti, oltre ad altre riparazioni che riguardano delle fessurazioni sull’edicola centrale e la sistemazione di parti della pavimentazione. «Siamo contenti che la nostra interrogazione abbia già portato alla stesura di un primo progetto di massima – dicono i consiglieri di maggioranza Manni (Il Ponte) e Ferrari (La Torre) -, che l’amministrazione abbia individuato una possibile strada di finanziamento congiunto e che abbia stanziato nel bilancio di previsione 2014 30.000 euro. Il Ponte di Olina, è uno dei principali monumenti storici e architettonici del nostro territorio e rappresenta un simbolo per tutti gli abitanti e meta di turisti».

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