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venerdì, Settembre 27, 2024
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L’ok al piano industriale per Sgp spiana la strada


    La tensione della serata si e’ affievolita al momento della votazione sul piano industriale di Sgp, quello che ha fatto tanto patire nelle ultime settimane. Il documento e’ passato con due voti di scarto, 16 a 14. La maggioranza ha votato compatta a favore ad eccezione del consigliere Benedetti, che ha confermato le critiche sulla gestione della società già ampiamente manifestate nelle scorse sedute. Ma il piano ha trovato i sì della Tonelli e dell’Anselmi, gli altri due membri della maggioranza sui quali si nutrivano preoccupazioni di appoggio. Quanto bastava insomma per vanificare i 14 no del Pd, con la Cerverizzo che ha scelto di non partecipare al voto. A questo punto il voto decisivo sul bilancio di previsione 2013 del Comune è sembrato in discesa, perché’, come è stato detto tante volte, i due enti sono sulla stessa barca finanziaria, con le prospettive dell’uno che inevitabilmente segnano quelle dell’altro. Era ben difficile dunque ipotizzare prima un voto a favore del piano sulla società e dopo uno contrario sul bilancio del Comune. Anche per questo dopo il voto su Sgp c’è stata una lunga pausa, della quale i consiglieri hanno approfittato anche per mangiare qualcosa in vista della successiva prova dialettica sul bilancio comunale. Pausa tranquilla senza polemiche da nessun schieramento: uno scoglio insidioso era già passato, difficile prevederne di più affilati nelle ore successive.

    Le sinfonie di Beethoven in scena al nuovo auditorium


      Oggi l’inaugurazione dell’edificio intitolato alla formazione ‘Spira mirabilis’

      FORMIGINE – È prevista per oggi l’inaugurazione del nuovo Auditorium ‘Spira mirabilis’, prima vera sala da concerto ad essere costruita nel modenese dopo gli anni Trenta. Il programma, che proseguirà fino a domani, prenderà il via alle 9.30 con la cerimonia di inagurazione, alla presenza del Sindaco Franco Richeldi, del Vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Massimo Giusti e dell’Assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti, seguita da una visita guidata alla struttura. Per testarne l’acustica sarà possibile assistere all’esecuzione della Sinfonia n. 8 in Fa Maggiore di Ludwig van Beethoven, in tre spettacoli alle 12, alle 17 e alle 21. Domani invece, alle 16.30 si terrà un concerto Gospel, mentre alle 18, la Corale formiginese eseguirà le più belle musiche per coro scritte da Giuseppe Verdi e carole natalizie. Alle 21 infine, la Spira mirabilis presenterà ‘Quartetto Italiano. Una lezione di stile’, a seguirà la proiezione del film documentario di Nino Criscenti, che racconta la storia di uno dei più importanti gruppi da camera italiani del ‘900, esempio di passione e dedizione totale alla musica. La struttura, nata dalla rivisitazione e dall’ampliamento dell’aula magna della scuola primaria ‘Carducci’ , è stata realizzata grazie ai contributi ricevuti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e dalla Regione Emilia-Romagna, per un totale di circa 960mila euro. La struttura è stato intitolata alla Spira mirabilis, formazione musicale senza direttore che dal dicembre del 2007 ospita giovani musicisti professionisti provenienti da ogni parte del mondo. «L’Auditorium dovrebbe essere fruito soprattutto dai formiginesi afferma la musicista Lorenza Borrani -, è una opportunità e una responsabilità per tutta la comunità». La gestione dell’edificio rimarrà quindi in gestione all’amminstrazione comunale per tutto il 2014, mentre è in fase di elaborazione il tariffario per gli affitti a terzi. «Rispondendo ad una forte domanda da parte dei cittadini – commenta il sindaco Richeldi -, abbiamo trovato le condizioni per dotare Formigine di uno spazio adeguato, in caratteristiche e dimensioni, ad ospitare le tantissime attività culturali ed aggregative. Inoltre, questa struttura avrà un ruolo fondamentale nel rendere ancora più qualificata l’attività didattica della scuola Carducci», conclude.

      La maggioranta tiene: Caselli salvo


        Nella notte il voto sul bilancio «Meno servizi per non tassare»

        Come prevedibile, il voto finale sul bilancio preventivo 2013 del Comune di Sassuolo è arrivato nella notte, al termine di una lunga serie di interventi da parte di quasi tutti i consiglieri. Il sì e’ arrivato dopo le 23, ma le dichiarazioni facevano presagire un ok sulla scia di quello già visto per il piano industriale Sgp, ovvero con un via libera al documento arrivato grazie all’appoggio della Tonelli e dell’Anselmi. E quindi il sindaco Caselli salvato da qui al termine della legislatura, dato che questo era davvero l’ultimo scoglio. Ovviamente la serata è stata segnata dalle reazioni alle dimissioni dei due assessori Orienti e Barbieri, ritenuti dal Pd elementi validissimi che non hanno potuto accettare i tagli previsti nel documento di programmazione finanziaria che va inevitabilmente a intaccare scuola e sociale. Solo da Basile (Idv) è arrivata una bacchettata nei loro confronti parlando delle dimissioni come di “un atto di dubbia correttezza perché non possono essere solo elementi tecnici come quelli di un bilancio a condurre a una scelta tanto grave”. Discussione fiume, dunque, ma senza particolare ansia da verdetto, perché dopo il via libera al piano Sgp, tutti davano per scontato un voto identico. Piano Sgp che lascia ancora aperte due strade: la principale resta sempre quella del salvataggio tramite concordato preventivo, ma bisogna essere pronti anche all’ipotesi di non accoglimento da parte del tribunale. In quel caso la liquidazione diventerà inevitabile con il Comune che la dovrà sostenere accollandosi un maxi mutuo da 26 milioni. Che inevitabilmente andrà a impattare sul bilancio dell’ente, di qui la discussione che non ha mai separato le due realtà. Dal Pd sono arrivate critiche durissime, con la Pigoni che ha accusato la maggioranza di preferire il salvataggio politico di Caselli a quello della città. La Nizzoli le ha replicato ribadendo che non si sarebbe mai arrivati a questo punto senza i 76 milioni di debiti ereditati dalla giunta Pattuzzi. «Chiaro che dispiace a tutti fare tagli del genere, ma gli unici assessorati sui quali si poteva intervenire erano quelli. O si fa così, o si aumentano le tasse, non ci sono altre strade». Il ribelle Benedetti ha incalzato la giunta per non aver preso prima decisioni forti su Sgp, ma ha anche sottolineato di ritenere i suoi membri «gente per bene che si è impegnata ma purtroppo il risultato è questo e mi lascia insoddisfatto». Anche Bargi (Lega) ha detto che il giudizio sul mandato amministrativo «fa fatica a essere positivo perché molte volte non siamo stati ascoltati, ma io preferisco dare una chance alla città con questo voto». Attacchi anche dalla Bonettini (Pd), secondo la quale l’operazione su Sgp «non è credibile perché se si voleva fare, la si faceva all’inizio». Il capogruppo di Forza Italia Liberi ha incalzato il Pd sulle responsabilità contabili che ha avuto nel creare Sgp, che ha portato «a vagonate di debiti che oggi non lasciano molte strade: o si taglia sui servizi, o si aumentano le tasse. Dire sì a questo bilancio è un’assunzione di responsabilità nei confronti di Sassuolo. Questo è un bilancio che quadra – ha rimarcato anticipando il voto a favore – riportando al Comune quella elusione che voi avete creato con Sgp». Dopo di lui, Benedetti ha annunciato il suo voto contrario in difformità, ma i numeri sono stati confermati quando la Anselmi, pur evidenziando gli errori commessi dall’amministrazione, ha anticipato il voto favorevole. Via libera al bilancio dunque, e crisi amministrativa evitata.

        Consiglio decisivo a Sassuolo


          La crisi arrivata per le dimissioni di due assessori

          Belgio, verso l’eutanasia per i minorenni


            Il Senato del Belgio ha adottato a larga maggioranza una proposta di legge che estenderà l’eutanasia, già legale per gli adulti, nel Paese, ai bambini affetti da malattie incurabili. La legge, già approvata dalla commissione Giustizia e affari sociali del Senato belga a fine novembre, dovrà però ora passare alla Camera bassa prima di entrare in vigore. I senatori hanno adottato il testo che estende la «dolce morte» ai bambini con 50 voti favorevoil e 17 contrari. A votare a favore sono stati i socialisti e i liberali, membri della maggioranza governativa; hanno votato contro i verdi e i senatori del partito nazionalista fiammingo Nva, all’opposizione; contrari anche i centristi cristiano-democratici (maggioranza) e gli esponenti del partito fiammingo di estrema destra Vlaams Belang (all’opposizione). Il testo passa così alla Camera, sebbene non sia chiaro se i deputati avranno il tempo di esaminarla prima delle legislative in programma il 25 maggio prossimo. «Vogliamo che la legge sia approvata prima dello scioglimento delle Camere», ha dichiarato la deputata socialista Karine Lalieux.

            Siria, imbarazzante report-Onu sulle armi chimiche Governo e ribelli entrambi probabilmente colpevoli


              Le armi chimiche sono state probabilmente usate almeno cinque volte durante il conflitto in Siria, stando al rapporto finale redatto dagli ispettori delle Nazioni Unite e consegnato al segretario generale Ban Ki-moon. Un rapporto detinato a far discutere, dopo il sospetto, che si rinforza di prove, in questi mesi, che gas sarin e altre armi vietate siano state usate anche dai ribelli, e non solo dal regime di Bashar al-Assad. Stabilire e dividere le responsabilità in una situazione complessa come quella della guerra civile in Siria è affare molto arduo. Basta pensare che Assad, che sulla stampa che viene disegnato come il despota che reprime la volontà popolare, deve contemporaneamente respingere una pletora di ribelli composti non solo dal popolo, ma anche e soprattutto – ormai – da jihadisti, affiliati ad al-Qaeda, terroristi di ogni etnia e genere. Come per esempio Hezbollaz: la Siria è una polveriera e nessuno ha il diritto di scagliare la prima pietra. Difficile stabilire dal rapporto Onu chi ha più colpe tra le due fazioni. Si parla di «prove attendibili» e «informazioni credibili sul probabile uso di armi chimiche» nei siti di Ghouta, vicino Damasco, Khan Al Asal, vicino ad Aleppo, Jobar, vicino a Damasco, Saraqueb, nel Nord-Ovest, e Ashrafieh Sahnaya, sempre nei pressi della capitale. Le Nazioni Unite non sono state invece in grado di arrivare a una conclusione riguardo all’uso di queste armi in altri due siti: Bahhariyeh, vicino Damasco, e Sheik Maqsood, un sobborgo di Aleppo. La conferma è nel rapporto, dove non vengono per l’appunto però identificati i responsabili, perchè tale compito era escluso dal mandato degli ispettori. Il rapporto è stato consegnato anche ai membri del Consiglio che dovranno esaminarlo lunedì prossimo. Una bella grana per il mondo intero.

              Giochi di potere


                Succede nel mondo

                Ucraina, c’è la promessa all’Europa Le avances di Putin non convincono


                  Yanukovych apre all’opposizione ma l’esecutivo resta in vita

                  I leader dell’opposizione ucraina hanno partecipato ieri ai negoziati con il presidente Viktor Yanukovych, dopo le lunghe manifestazioni dei protestanti che vogliono la testa del leader filorusso. Il mancato accordo che avrebbe traghettato l’Ucraina dentro l’Unione Europea ha infatti scosso la nazione e provocato violente manifestazioni di piazza. Giovedì il primo segno di apertura da parte del presidente, ma niente dimissioni. La portavoce di Vitali Klitschko, leader del partito Udar, da tre settimane in prima linea nella protesta filoeuropea, ha annunciato l’avvio del tavolo negoziale. I manifestanti che occupano il centro di Kiev chiedono ai leader d’opposizione di consegnare a Yanukovych una dichiarazione sull’inammissibilità dell’uso della violenza contro il movimento, ma su questo l’opposizione non l’ha vinta. L’Ucraina è pronta a fare marcia indietro e a siglare l’accordo d’associazione con l’Ue cui aveva rinunciato il mese scorso, ma i manifestanti – ha detto il presidente – vanno perseguiti e il governo non si dimette. Almeno la firma. E «presto», ha detto il viceprimo ministro ucraino Serhiy Arbuzov, a Bruxelles. Come riporta Euronews Arbuzov sembra volere rinunciare alla futura unione doganale con Mosca. L’Ue ha proposto una tabella di marcia e ha garantito che fornirà a Kiev un aiuto finanziario. Si parla di finanziamenti da 15 miliardi di euro. L’Europa contribuirà quindi al raggiungimento di un’intesa tra Kiev e il Fondo Montario Internazionale.

                  Nordcorea, le epurazioni nella dirigenza che terrorizzano l’Oriente


                    Cina e Giappone si interrogano sulle conseguenze dell’esecuzione del numero due del Paese

                    Giustiziato Jang Song Thaek, 67 anni. Era vice presidente della Commissione di Difesa nazionale, l’organo più importante della Corea della Nord dopo il leader di Pyongyang Kim Jong-Un. Sarebbe stato condannato per aver tentato un colpo di Stato. Mentore del giovane leader, era considerato l’uomo di Pechino. Che conseguenze può avere questa purga? Per gli Stati Uniti l’esecuzione è «un altro esempio dell’estrema brutalità del regime nordcoreano». Anche il Giappone segue con grande attenzione gli scenari possibili in Corea del Nord: «Monitoriamo la situazione con i canali di comunicazione aperti con gli altri Paesi, raccogliendo tutte le informazioni rilevanti», ha detto Yoshihide Suga, portavoce del governo, che ha menzionato la cooperazione con Usa e Corea del Sud su cambiamenti nella struttura di potere» di Pyongyang. Intanto sale l’attenzione in Corea del Sud: a Seul si temono possibili provocazioni di Pyongyang. Il leader nordocoreano è una scheggia impazzita. Al di là delle accuse di tradimento, l’esecuzione di Jang, leader di una fazione favorevole a riforme economiche sul modello cinese, secondo gli osservatori indica che nel gruppo dirigente nordcoreano è in corso una crisi che potrebbe avere drammatici sviluppi. E non sono da escludere nuove provocazioni sul fronte esterno. Il cerchio magico di Kim Jong-Un va verso una transizione, che in nordcoreano significa «epurazione». Ma soprattutto sempre più verso l’isolazionismo. Tutta la dirigenza ha il terrore di far notare al leader che il Paese avrebbe bisogno di modernizzazione, non colpi di scena per scansare i propri gravi sensi di inadeguatezza.

                    Qualcomm, il nuovo ad è Mollenkopf


                      Qualcomm, il produttore di componenti per telefonini, i famosi chip, ha promosso ad amministratore delegato Steve Mollenkopf, il 44enne considerato un possibile contendente per prendere le redini di Microsoft al posto dell’uscente Steve Ballmer. Mollenkopf succede al 51enne Paul Jacobs: questi, figlio del co-fondatore del gruppo nato nel 1985, era ceo da otto anni, nonché presidente dal 2009. Il cambio al vertice sarà effettivo il prossimo 4 marzo. Quel giorno l’ormai ex ad assumerà il nuovo ruolo di presidente esecutivo. Mollenkopf, invece, è parte di Qualcomm da quasi due decadi, e dal novembre del 2001 è direttore operativo. Grazie alla propria capacità di leadership, il manager ha completato l’operazione da 3,1 miliardi di dollari per l’acquisto di Atheros Communication, produttore di chip per wi-fi. Si è trattato dell’acquisizione più grande fino ad ora realizzata da Qualcomm, che ha così potuto spingere la sua tecnologia al di là del settore dei telefoni cellulari. Tra i clienti del gruppo di San Diego figurano l’Apple, somma gloria dell’hi-tech californiano, e la sudcoreana Samsung Electronics.

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