Modena ha salutato oggi il suo ultimo frate francescano. Tra foto su videoschermi, sculture vecchie e nuove, i 50 anni di sacerdozio di padre Romano Volpari sono stati ricordati in occasione dei suoi funerali. Centinaia le persone che si sono riunite questo pomeriggio alla chiesa della Madonna del Murazzo per dare l’ultimo saluto al frate degli ultimi. Qui in questa parrocchia padre romano Volpari era stato per tanti anni, prima di spostarsi a San pancrazio. Ovunque andasse apriva le porte delle sue chiese, per chiunque avesse bisogno di aiuto. Il covid lo ha portato via due giorni fa: non è riuscito a superare il virus dopo una malattia che anni fa lo aveva molto indebolito. Oggi Modena ha ricordato il suo modo di vivere la fede e di prestarsi agli altri. Non a caso era detto il frate degli ultimi: era famoso per accogliere i profughi, gli ex carcerati, i tossicodipendenti. Qualunque emarginato poteva trovare un rifugio dove stare nei locali delle sue parrocchie. Padre Romano non chiedeva nulla e dava tutto ciò che aveva, senza prestare ascolto a chi si lamentava delle persone che ospitava: tanti altri modenesi hanno visto con ammirazione il suo operato, come ha dimostrato la folla oggi presente al funerale. Anticonformista, artista, era famoso anche per aver passato i suoi primi anni di vocazione come prete-operaio al porto di Ravenna. Nel 2018 pubblicò la sua autobiografia: “Frate nonostante tutto”. C’era anche lei oggi tra i suoi lasciti, tra le statue fatte da lui e i libri che ha scritto. Ma il lascito più grande è puramente umano e Modena oggi per questo lo ha ringraziato ancora una volta, un’ultima volta.