Da sempre al fianco dell’Azienda USL di Modena nella lotta alle patologie epatiche, l’onlus Amici del Fegato dimostra ancora una volta la sua generosità donando importanti strumentazioni per l’Unità Operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’Ospedale di Carpi. Donazioni che pongono il reparto del Ramazzini tra i più all’avanguardia e completi nel panorama italiano.
In particolare, l’Onlus ha potenziato il nuovo ecografo in uso all’équipe diretta dal dottor Mauro Manno, dotandolo di un software e di due sonde grazie a cui è possibile effettuare ecografie con l’elastografia, una metodica diagnostica che misura l’elasticità di un organo e che trova ampio utilizzo nelle malattie del fegato, quantificando la fibrosi, ovvero il fenomeno di cicatrizzazione che consegue a malattie croniche come l’epatite virale o la steato-epatite e che può evolvere in cirrosi epatica. L’elastografia ha il vantaggio di associare le immagini ecografiche alla misurazione dell’elasticità e di poter essere eseguita nel corso dell’esame ecografico di routine.
“Si tratta di una metodica non invasiva – spiega il dottor Manno –, di semplice e rapida esecuzione e che, in un significativo numero di casi, permette di evitare la biopsia epatica. Proprio per queste sue caratteristiche risulta particolarmente utile per il monitoraggio nel tempo delle malattie epatiche e della risposta alle terapie. Prima dell’introduzione di tale metodica, si doveva effettuare una biopsia epatica, procedura invasiva e non esente da possibili complicanze”.
L’Azienda USL di Modena ringrazia ancora una volta per la straordinaria solidarietà l’Onlus Amici del Fegato di Carpi, con la quale da anni collabora alla realizzazione di importanti progetti in ambito epatologico.
“Siamo particolarmente grati per queste donazioni – dichiarano Stefania Ascari e Andrea Ziglio, direttrice del Distretto di Carpi e direttore medico del Ramazzini – perché vanno a incrementare ulteriormente la qualità del parco strumenti del reparto, consentendo di innalzare ancora di più l’asticella del livello dell’offerta. Il tutto a vantaggio dei cittadini del territorio, che possono usufruire di una presa in carico completa e di prestazioni sanitarie ad alto valore tecnologico nel loro ospedale di riferimento. Una sanità di prossimità che in questo particolare periodo storico assume ancora più valenza”.