Reazioni di sdegno per il grave episodio ripreso dalle telecamere del carcere di Reggio Emilia. Un detenuto è stato scortato in cella con il volto incappucciato con una federa stretta al collo. L’uomo è stato poi spinto a terra da una decina di poliziotti penitenziari, colpito alla testa, calpestato, trattenuto per le gambe, sollevato di peso e infine trascinato nella cella denudato dalla cintola in giù. Il detenuto, un quarantenne tunisino, è stato lasciato dietro le sbarre da solo per oltre un’ora, riporta l’agenzia stampa ANSA, nonostante si stesse ferendo con dei cocci. Scene crude, che risalirebbero al 3 aprile del 2023 e per le quali il 14 marzo dieci persone saranno chiamate a rispondere nell’udienza preliminare. Otto agenti sono accusati di tortura, uno di questi, insieme ad altri due, deve rispondere per aver attestato il falso nelle relazioni di servizio successive al fatto. Duro il commento del garante dei detenuti dell’Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri: “una pagina nera – dice – Non si può che provare un senso di ripugnanza e dolore nel vedere uomini in divisa usare metodi non solo illegali ma che tolgono ogni sembianza umana a una persona”. Dando conto dei morti nelle strutture carcerarie, dall’inizio dell’anno sono già 36 le persone decedute, 16 delle quali si sono tolte la vita.