Sono due anni oggi che Alice Neri è stata strappata con brutale violenza alla famiglia, agli amici, alla vita. Il suo corpo è stato ritrovato il 18 novembre 2022 carbonizzato nel bagagliaio della sua auto data alle fiamme. Ma la giovane donna venne uccisa prima, colpita a morte da 5 coltellate. Feroce la violenza di cui è stata vittima e la famiglia tuttora non può neppure piangere e ricordarla sulla sua tomba perché il corpo di Alice è ancora a disposizione della Medicina Legale di Milano. Un lutto quindi ancora molto lontano dall’essere elaborato e uno stillicidio per mamma, fratello e marito, sempre presenti in aula nelle varie udienze del processo iniziato lo scorso febbraio e che continua ad avere un unico imputato, il tunisino Mohamed Gaaloul, in carcere a Modena dal mese dopo il ritrovamento del cadavere. Ricordiamo che è stato arrestato in Francia dove si trovava dopo essersi allontanato dal territorio pochissimi giorni dopo quel tragico 18 novembre. Nelle ultime udienze è stato ascoltato anche il cosiddetto terzo uomo, un collega e amico della giovane vittima, mai indagato e una donna vittima di ricatti sessuali da parte del tunisino. A raccontare una sofferenza permanente per la perdita e per un percorso, quello giudiziario ancora non giunto al termine, il fratello Matteo che insieme alla mamma di Alice ha confessato di sentirsi più vicino alla sorella quando è in aula per le udienze, piuttosto che rimanerne fuori. L’avvocato della famiglia della vittima è  Cosimo Zaccaria, mentre il marito Nicholas Negrini è seguito dall’avvocato Antonio Ingroia. Da qualche giorno la loro figlia, che oggi ha sei anni, è tutelata dall’avvocato Luca Brezigar. La sentenza è attesa per la prossima primavera.