L’incidente probatorio, di cui non è ancora stata fissata la data, permetterà di acquisire le prove e di effettuare verifiche tecniche irripetibili sui reperti raccolti, ad iniziare dal borsello del 29enne tunisino, il principale indiziato dell’omicidio della 32enne di Rami di Ravarino, nella bassa modenese. Mentre non sarebbero emerse tracce degli abiti indossati quella sera da Mohamed. Proprio su questo, all’interno dell’incidente probatorio, dovrebbero essere ascoltati tre tunisini per i quali la mattina del 18 novembre, giorno in cui è stato trovato il cadavere carbonizzato della giovane donna, Mohamed sarebbe rientrato a casa con gli abiti sporchi di olio e secondo la loro versione, lui avrebbe spiegato di aver lavorato su un mezzo. Altri accertamenti saranno effettuati sul bidone di olio esausto trovato sulla scena del delitto, su eventuali impronte impresse sul contenitore e ancora su mozziconi di sigarette trovate sempre sul luogo della tragedia. Sotto la lente degli investigatori anche il computer della vittima. Tra le varie ipotesi sembrerebbe che Alice prima di rientrare a casa giovedì 17 novembre, avrebbe fatto un’altra sosta in un altro barper incontrare un collega, poi il rientro a casa e quindi la nuova uscita per incontrare il collega nel bar di Concordia, l’uomo che è ora tra gli indagati. Intanto si attende l’udienza del 3 febbraio in cui il Riesame valuterà la richiesta di scarcerazione presentata dal legale di Mohamed. Secondo lui le prove sino ad ora raccolte contro il suo assistito non sarebbero determinanti.