Nuova udienza oggi del processo per l’assassinio di Alice Neri che si svolge a porte chiuse per tutelare un possibile inquinamento del materiale probatorio. Al centro ancora il carabiniere del Nucleo investigativo di Modena che seguì le indagini, durante le quali ha ripercorso i movimenti sia dell’imputato il 36enne tunisini Mohamed Gaaloul quella lunga notte tra il 17 e il 18 novembre 2022 che quelli di Alice grazie alle immagini delle telecamere di video sorveglianza e alla mappatura del segnale gps relativo all’uomo. Il luogotenente fu ascoltato nuovamente in un controinterrogatorio il 5 giugno. Oggi il suo proseguimento. Mentre nella precedente lunga e dibattuta udienza, quella del 12 giugno, emerse una novità, la possibile presenza di un’auto vicina al luogo del ritrovamento della carcassa di quella di Alice Neri data alle fiamme con nel bagagliaio il suo corpo carbonizzato. Il mezzo sarebbe risultato essere di proprietà di una persona già ascoltata dagli inquirenti. Quella udienza fu rimandata ad oggi anche probabilmente per dare la possibilità agli investigatori, di sviluppare questi ultimi elementi. Ma l’udienza scorsa ha avuto al centro del dibattimento le 1800 ore di registrazione prelevate in fase di indagine dalle telecamere dello Smart Caffè di Concordia dove Alice Neri ha passato la sua ultima serata e dagli occhi elettronici lungo la strada, gli stessi che hanno visto gli spostamenti della sua auto. Per il legale della famiglia della giovane donna vittima dell’atroce femminicidio, Cosimo Zaccaria, ci sarebbero le prove che inchioderebbero Gaaloul. L’avvocato Roberto Ghini, legale di quest’ultimo, ha invece teso a sottolineare una volta ancora che molto materiale utile a ricostruire con esattezza quanto accaduto, non sia stato raccolto